Papa Francesco a Caserta: “Dite no a corruzione e illegalità”

di Antonio Taglialatela

 Caserta. “Bisogna avere il coraggio di dire no a corruzione e illegalità”. Parole pronunciate da Papa Francesco al cospetto dei 300mila e più fedeli che hanno invaso Caserta per la sua visita pastorale.

Dopo l’atterraggionell’eliporto della Scuola sottufficiali dell’Aeronautica di Caserta, adiacente allaReggia, il Pontefice, accolto dal sindaco Pio Del Gaudio, dal presidente della Provincia Domenico Zinzi e dal prefetto Carmela Pagano, ha raggiunto i sacerdoti della diocesi per un vertice a porte chiuse.

Al termine dell’incontro con il clero le squadre sportive locali lo hanno omaggiato con le loro maglie ufficiali. Poi, a bordo della Papamobile, è entrato nella piazza antistante il Monumento Vanvitelliano e la folla e andata in delirio. Insieme al vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, e alvescovo metropolita di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, Bergoglio ha celebrato la messa, visibile anche sui quattro maxischermi allestiti.

“Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, – ha detto il Santo Padre durante la sua omelia – si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura”. “Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità, richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso”, ha aggiunto Bergoglio, celebrando Sant’Anna, patrona di Caserta, “la nonna di Gesù” come lui ama definirla, “colei che ha preparato la figlia a diventare regina dei cieli”. Poi il monito finale: “Non lasciatevi rubare la speranza”.

A bordo dell’elicottero, mentre raggiungeva Caserta, Francesco ha affermato: “E’ terribile che una terra così bella venga rovinata”, riferendosi al fenomeno della “Terra dei Fuochi”. Lunedì mattina il Papa tornerà a Caserta ma in forma privata, per incontrare la comunità dellachiesaevangelica pentecostale, guidata dal pastore GiovanniTraettino.

A seguire le immagini della visita del Papa e il testo integrale dell’omelia:

Papa Francesco a Caserta- sintesi video

Papa Francesco a Caserta- playlist video

Questo è il testo dell’omelia del Papa a Caserta

Gesù si rivolgeva ai suoi ascoltatori con parole semplici, che tutti potevano capire. Anche questa sera Egli ci parla attraverso brevi parabole, che fanno riferimento alla vita quotidiana della gente di quel tempo.

Le similitudini del tesoro nascosto nel campo e della perla di grande valore vedono come protagonisti un povero bracciante e un ricco mercante. Il mercante è da tutta la vita alla ricerca di un oggetto di valore, che appaghi la sua sete di bellezza e gira il mondo, senza arrendersi, nella speranza di trovare quello che sta cercando.

L’altro, il contadino, non si è mai allontanato dal suo campo e compie il lavoro di sempre, con i soliti gesti quotidiani. Eppure per ambedue l’esito finale è lo stesso: la scoperta di qualcosa di prezioso, per l’uno un tesoro, per l’altro una perla di grande valore. Entrambi sono accomunati anche da un medesimo sentimento: la sorpresa e la gioia di aver trovato l’appagamento di ogni desiderio. Infine, tutti e due non esitano a vendere tutto per acquistare il tesoro che hanno trovato.

Mediante queste due parabole Gesù insegna che cosa è il regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo. Che cosa è il regno dei cieli? Gesù non si preoccupa di spiegarlo. Lo enuncia fin dall’inizio del suo Vangelo: «Il regno dei cieli è vicino»; tuttavia non lo fa mai vedere direttamente, ma sempre di riflesso, narrando l’agire di un padrone, di un re, di dieci vergini… Preferisce lasciarlo intuire, con parabole e similitudini, manifestandone soprattutto gli effetti: il regno dei cieli è capace di cambiare il mondo, come il lievito nascosto nella pasta; è piccolo ed umile come un granello di senape, che tuttavia diventerà grande come un albero.

Le due parabole sulle quali vogliamo riflettere ci fanno capire che il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù. È lui il tesoro nascosto e la perla di grande valore. Si comprende la gioia del contadino e del mercante: hanno trovato! È la gioia di ognuno di noi quando scopriamo la vicinanza e la presenza di Gesù nella nostra vita. Una presenza che trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli; una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell’immigrato.

Come si trova il regno di Dio? Ognuno di noi ha un percorso particolare. Per qualcuno l’incontro con Gesù è atteso, desiderato, cercato a lungo, come ci viene mostrato nella parabola del mercante. Per altri accade all’improvviso, quasi per caso, come nella parabola del contadino. Questo ci ricorda che Dio si lascia incontrare comunque, perché è Lui che per primo desidera incontrare noi e per primo cerca di incontrarci: è venuto per essere il “Dio con noi”.

È Lui che ci cerca e si fa trovare anche da chi non lo cerca. A volte Egli si lascia trovare nei luoghi insoliti e in tempi inattesi. Quando si trova Gesù se ne rimane affascinati, conquistati, ed è una gioia lasciare il nostro consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell’amore e del servizio umile e disinteressato. Cosa fare per possedere il regno di Dio? Su questo punto Gesù è molto esplicito: non basta l’entusiasmo, la gioia della scoperta.

Occorre anteporre la perla preziosa del regno ad ogni altro bene terreno; occorre mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutto. Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune. Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio.

Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura. Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità,richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso.

La festa di Sant’Anna, patrona di Caserta, ha raccolto in questa piazza le varie componenti della Comunità diocesana con il Vescovo e con la presenza delle autorità civili e dei rappresentanti di varie realtà sociali. Desidero incoraggiarvi tutti a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio e rinsalda i vincoli della fraternità e della solidarietà.

Sant’Anna forse ha ascoltato sua figlia Maria proclamare le parole del Magnificat: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di bene gli affamati” (Lc 1, 51-53). Ella vi aiuti a ricercare l’unico tesoro, Gesù, e vi insegni a scoprire i criteri dell’agire di Dio; Egli capovolge i giudizi del mondo, viene in soccorso dei poveri e dei piccoli e colma di beni gli umili, che affidano a Lui la loro esistenza.
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