Giovani per Carinaro: “Un minuto di silenzio per Borsellino”

di Emma Zampella

 Carinaro. “Ovunque tu sia, alle 16.58, e qualunque cosa tu stia facendo, osserva un minuto di silenzio, per ricordare, a 22 anni di distanza, L’assassinio del magistrato Borsellino e dei membri della sua scorta. ‘Le loro idee camminano sulle nostre gambe’. Unisciti anche tu!”.

Sono queste le parole che si leggono da giorni sulle bacheche e sui profili social di gran parte dei giovani dell’agro aversano. Un’iniziativa che, partita dall’associazione “Giovani per Carinaro”, ha trovato il consenso e l’appoggio spontaneo anche di giovani appartenenti alle comunità limitrofe, tra cui “Voce ai Giovani” di Teverola.

Un’iniziativa che consiste nell’impostare una semplice immagine di copertina del proprio profilo Faceboook: la foto di Paolo Borsellino. Impressa sul volto del magistrato, ucciso a Palermo, il 19 luglio 1992, una frase simbolo della sua lotta alla mafia: “Non importa dove si nasce se si combatte per le stesse idee e se si crede nelle stesse cose”.

Una frase che i giovani sentono esemplificativa della direzione che assume il proprio operato. E proprio per far continuare a camminare l’idee di quel magistrato barbaramente assassinato dalla criminalità siciliana, i ragazzi dell’agro aversano hanno scelto di commemorare il lutto con un minuto di silenzio.

Un’esigenza, quella di ricordare fasi e passaggi importanti della storia del paese, che per l’organizzazione carina rese, diventa sempre più una necessità, un’esigenza. Perché il credo che sta alla base di tutte le attività messe in piedi dai “Giovani per Carinaro” è #solocoseserie. Un’hashtag che, in era tecnologica e digitale, sta funzionando davvero molto bene.

Un motto (#solocoseserie) che è partito da qualche anno ormai, e di cui l’associazione si è servita per fare i primi passi nel mondo politico, ma che ben presto è diventato tratto distintivo del proprio operato e non solo. Assieme ai “Giovani per Carinaro”, ideatori dell’hashtag, anche “Voce ai Giovani” di Teverola ha cominciato ad impegnarsi per la vita della comunità al suon delle “cose serie”.

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