Ecomafie, Vassallo: “In Campania abbiamo fatto un disastro”

di Redazione

 Cesa. “Il danno c’è ed è irreparabile. Noi abbiamo fatto un disastro. Abbiamo sotterrato tanti milioni di tonnellate di rifiuti che adesso bonificare quei terreni sarà difficilissimo”.

Torna a parlare Gaetano Vassallo, originario di Cesa, dal carcere dove è rinchiuso e le sue parole pesano come macigni. Il primo pentito di ecomafia spiega come è stata avvelenata la Campania con i rifiuti e racconta di vent’anni senza controlli durante i quali imprenditori scellerati coadiuvati da politici ed esponenti della giustizia corrotti hanno contribuito alla devastazione di una regione. Come un fiume in piena discorre con i giudici ai quali ribadisce le accuse contro l’ex sottosegretario Nicola Cosentino e all’onorevole Luigi Cesaro ed ammette di rendersi conto soltanto oggi del disastro che è stato combinato.

Racconta dei suoi inizi: “Era il 1988/1989 quando cominciarono ad arrivare i primi rifiuti dalle altre regioni. Con l’emergenza rifiuti in Toscana i comuni toscani si affidarono a trasportatori che avevano bisogno di buche e noi gliele offrimmo. I proprietari dei terreni sapevano che nei loro campi buttavamo rifiuti”. Poi nel 2008, dopo ben venti anni, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo aver saputo che Giuseppe Setola voleva ucciderlo. “Ho accompagnato i magistrati nei siti dove io e i miei colleghi abbiamo sversato. In quelle aree sono stati fatti anche i carotaggi. So quello che abbiamo scaricato e dove lo abbiamo portato. Ci sono i fanghi dell’Acna di Cengio, ci sono le ceneri dell’Ilva e la calce spenta dell’Enel, ma non ci sono rifiuti radioattivi”.

I racconti di Vassallo fanno paura ma purtroppo rappresentano il reale stato dei fatti e a confermarlo è il commissario Mario De Biase al quale sono affidate l’area vasta di Giugliano e i laghetti di Castelvolturno che ha affermato: “Per come la racconta Vassallo, che è una persona ben informata dei fatti, allo stato attuale, dopo trenta anni dal momento in cui è avvenuto il grosso dell’avvelenamento, è complicatissimo parlare di bonifiche. Su questo punto il collaboratore di giustizia ha ragione. Diversamente si possono mettere in sicurezza almeno le grandi discariche”.

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