Tribunale e “cerchio infame”, Giuliano: “C’è da restare allibiti”

di Nicola Rosselli

Pasquale GiulianoAversa. L’allarme sulla manovra in corso per ridimensionare il circondario del Tribunale di Napoli Nord, lanciato la settimana scorsa dall’ex senatore Pasquale Giuliano, già sottosegretario alla Giustizia e “padre” del nuovo ufficio giudiziario allocato ad Aversa, si è purtroppo rivelato più che giustificato.

Martedì scorso si è tenutaal Ministero della Giustizia una riunione con il presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nel corso della quale si è appunto anche discusso della riduzione del circondario di Napoli nord e di riportare 4 o 5 comuni dell’agro aversano sotto la competenza di Santa Maria Cv.Lunedì sono stati convocati a Roma, dal Gabinetto del Ministro, oltre al capo del Dap, al presidente della Corte di appello ed al procuratore generale di Napoli, anche il presidente ed il procuratore della Repubblica del tribunale che ha sede ad Aversa.

Senatore Giuliano, allora ci dobbiamo rassegnare al ridimensionamento del circondario di Napoli Nord? Assolutamente no. Due sono le ragioni che invocano settori ben individuati della politica, della magistratura e dell’avvocatura a sostegno della loro ingiustificata, ingiustificabile e “feroce” opposizione al neo costituito tribunale. Il circondario, dicono, cosi come è stato disegnato, favorisce lo “spacchettamento” dei processi contro la criminalità organizzata. Non conosco e non comprendo questo termine, al quale, come una parola d’ordine, ricorrono la Capacchione e i suoi compagni d’avventura.

Mi sono anche sforzato di capirlo, il termine, ma non ci sono riuscito, nemmeno quando la senatrice ha tentato di spiegarlo ad un convegno tenutosi ad Aversa. Ma questo è sicuramente dovuto ai mie grandi limiti. Io so solo che le indagini continueranno ad essere, ovviamente, di competenza della Dda di Napoli, che il tribunale del riesame continuerà, ovviamente, ad essere quello di Napoli, che i processi già di competenza di Santa Maria Cv continueranno a celebrati presso quel Tribunale e che quelli successivi al 13 settembre si celebreranno ad Aversa.

So anche che, per sostenere lo smembramento, le fumose, ingiustificate illazioni adombrate più volte circa la “vicinanza “territoriale” di Aversa rispetto ad alcuni Comuni “difficili”, sono addirittura miserevoli e non meritano alcuna risposta. So ancora che il nuovo Tribunale ha avuto la “fortuna” di avere una presidente ed un capo della Procura unanimemente stimati per la loro altissima professionalità ed esperienza, che, insieme ad una schiera di magistrati preparati, stanno affrontando con capacità ed abnegazione i non lievi problemi del nuovo ufficio giudiziario.

E qui siamo alla seconda ragione prospettata dai “demolitori” del tribunale, che, dicono, non funziona bene e non è in grado, per mancanza di strutture e di personale, di affrontare il carico dei processi in genere e di quelli relativi alla criminalità organizzata. Questo rilievo, però, mi sembra, più che altro, una vera e propria amenità.

Ma come, si istituisce un tribunale, che è il quinto d’Italia, con un organico di 110 magistrati e si pretende di farlo funzionare, data l’attuale copertura, con meno della metà dei magistrati previsti e con poco più della metà del personale amministrativo necessario? E quale sarebbe la soluzione che “intelligentemente” si propone? Quella di alleggerire il nostro circondario a favore di quello di Santa Maria Cv, che, però, anch’esso, ha una carenza di magistrati e di personale amministrativo, aggravata per di più da una palese inidoneità di strutture.

C’è poco da commentare, specie, poi, quando si pretende di disegnare con quattro comuni dell’agro aversano una sorta di “cerchio infame”, che, per la specifica territorialità di alcune organizzazioni criminali, avrebbe, secondo alcuni, sostanzialmente bisogno di “un giudice speciale”, e non di quello suo naturale. C’è da restare allibiti e sconcertati!

…e allora? Allora, a questo punto, devono subito attivarsi tutti gli attori politici, giudiziari, forensi e sociali a difesa di una scelta, come quella di Aversa e del circondario di Napoli-nord, fortemente innovativa, che è avvenuta dopo un articolato dibattito parlamentare e che ormai deve considerarsi definitiva. Mi risulta che il sindaco di Aversa si sta già relazionando con molti sindaci dell’agro aversano, ma è evidente che la mobilitazione deve essere generale. Sono convinto che se ci sarà una presa di posizione ferma ed soprattutto inequivoca per “imporre” una immediata ed adeguata e peraltro prevista dotazione di uomini e mezzi, si consentirà un celere e soddisfacente funzionamento del nostro Tribunale e si eviterà anche un suo ridimensionamento che, per la inconsistenza, e a volte della offensiva pretestuosità delle ragioni che lo sostengono, mi sembra ispirato più che altro ad una sorta di “rivincita”.

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