Renzi lancia il semestre Ue: “Europa luogo di speranza”

di Gianfranco Fabozzo

 Roma. L’Europa può essere il luogo “in cui è possibile la speranza”. E’ quanto scrive il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel messaggio di apertura del sito della presidenza italiana dell’Ue che inizia martedì primo luglio.

“on provate un brivido pensando di essere chiamati oggi a realizzare quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, avuto da quella generazione che nelle macerie del dopoguerra inizia la creazione di un nuovo soggetto? – si legge nel saluto di Renzi – Il tema dell’Europa è dire ai nostri figli, noi che siamo la generazione Erasmus, che è possibile che l’Europa oggi sia il luogo in cui è possibile la speranza”.

Crescita, occupazione, immigrazione. Queste le tre priorità del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Ue che prende il via martedì, dopo aver incassato al vertice del 26 e 27 giugno un sostanziale via libera al principio di una maggiore flessibilità delle regole sui conti pubblici in cambio delle riforme.

Nei prossimi sei mesi l’esecutivo italiano avrà la responsabilità di coordinare il funzionamento del Consiglio Ue nelle sue varie formazioni e di proporre gli argomenti all’ordine del giorno delle riunioni del Consiglio. E il governo guidato da Matteo Renzi, per l’undicesimo semestre di presidenza affidato all’Italia dal 1959 a oggi, porterà all’attenzione dell’Europa il rilancio della crescita dell’economia, la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani, e una gestione più solidale dei flussi migratori verso il continente.

Intanto, per il governo sarà una settimana chiave per le riforme. Tra le prime votazioni in Commissione al Senato e gli incontri del premier con maggioranza e opposizioni, quella che si apre lunedì 30 giugno è una settimana importante per le riforme. “Ora tocca a noi realizzarle” è stato il monito del premier Renzi. A cominciare dal Consiglio dei ministri con le linee guida della riforma della Giustizia.

Oltre all’annunciato ‘rendez-vous’ con la delegazione del M5S e ad un nuovo incontro con FI, il presidente del Consiglio pone in agenda una riunione con i parlamentari democratici alla luce del dibattito sul nuovo Senato, che divide e fa discutere.

Sul tavolo il nodo dell’immunità ma anche l’ipotesi del Senato elettivo, con un subemendamento firmato da ben 36 membri di Palazzo Madama, 19 dei quali della maggioranza. E’ un gruppo di certo non troppo corposo quello che mira all’elezione diretta del Senato, ma è comunque un ostacolo, sorto tra l’altro all’ombra del Nazareno, per l’approvazione finale del testo in Aula. E i dissidenti – da Vannino Chiti a Corradino Mineo fino a Walter Tocci – per ora non sembrano voler arretrare, tanto da aver creato una sorta di filo diretto con chi, tra i senatori FI mira allo stesso obiettivo.

I tempi, per Renzi, sono comunque ormai stretti. La commissione Affari Costituzionali al Senato comincerà a votare gli emendamenti lunedì pomeriggio, mentre maggioranza e FI sembrano pronte a posticipare il voto sui punti caldi – a partire dal Senato elettivo – almeno a giovedì, dopo cioè la riunione dei gruppi azzurri di Camera, Senato e Parlamento Ue con Silvio Berlusconi.

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