Siria: “Padre Dall’Oglio è vivo”. Delegazione italiana lo ha incontr

di Redazione

 Damasco. Padre Paolo Dall’Oglio sarebbe ancora vivo. A darne notizia è l’agenzia di stampa Aki-Adnkronos International, che avrebbe appreso da proprio fonti mediorientali come una delegazione italiana si sarebbe recata, circa un mese fa, nella zona in cui il religioso viene trattenuto e lo avrebbe incontrato.

Sull’argomento è secco il “no comment” di fonti di intelligence, ma altre fonti internazionali qualificate, contattate sempre dall’agenzia di stampa Adnkronos, confermano l’avvenuto incontro tra una delegazione italiana e Dall’Oglio.

“La cautela è d’obbligo, i contatti sono in corso”, viene rilevato dalle fonti. In questa delicatissima “partita a scacchi” per la vita del religioso italiano, “si cerca di evitare ogni mossa che possa costituire una turbativa intesa come un potenziale pericolo” dalle frange qaidiste che tengono in ostaggio Dall’Oglio. L’obiettivo è “mantenere aperto uno spiraglio con lo scopo di arrivare alla sua liberazione”.

La notizia viene confermata anche dall’edizione on line del quotidiano arabo Al Akhbar, pubblicato a Beirut, secondo cui Dall’Oglio sarebbe vivo e nelle mani dell’Isis, il gruppo jihadista sunnita dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.

Il quotidiano scrive di essere in possesso di “informazioni” secondo le quali membri dell’Isis si erano insospettiti dal momento in cui Dall’Oglio entrò nella provincia di Raqqa quando non era ancora sotto il controllo del gruppe estremista nato in Siria.

“La jihad ci ha insegnato a non fidarsi delle persone che dicono di sostenere la nostra causa, perche’ la menzogna e il tradimento sono caratteristiche fondamentali di queste persone”, spiega una fonte del gruppo al quotidiano, riferendosi al dichierato sostegno alla jihad del sacerdote italiano. “Eravamo sospettosi nei quoi confronti, soprattutto quando ha insistito per incontrare i vertici del gruppo”, ha aggiunto la fonte.

Dall’Oglio, gesuita di 59 anni, è scomparso nella regione della Siria settentrionale di Raqqa il 28 luglio del 2013. Già lo scorso aprile fonti dei ribelli siriani avevano sostenuto che il religioso romano era ancora vivo e in mano a gruppi jihadisti.

Sulla vicenda il commento molto cauto dei familiari. “Purtroppo non abbiamo nulla di concreto. Per quel che ci riguarda si tratta di rumors”, dice Francesca Dall’Oglio, sorella del padre gesuita “Negli ultimi quindici giorni si sono rincorse voci di questo tenore – afferma Francesca – ma per quel che ci riguarda non abbiamo in mano nulla di concreto”. Anche fonti dell’entourage di Padre Dall’Oglio, contattate dall’agenzia Ansa mostrano cautela e sottolineano di non essere a conoscenza di questo incontro di Dall’Oglio con una delegazione italiana.

Una delegazione italiana si sarebbe recata, circa un mese fa, nella zona in cui il religioso viene trattenuto e lo avrebbe incontrato. Il religioso tempo fa sarebbe stato trasferito dai sequestratori nelle campagne a nord di Raqqa, precisamente nella zona di Tal Abyad vicino al confine con la Turchia, riporta il quotidiano on line Al Akhbar (vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah che combatte in Siria a fianco del presidente siriano Bashar al Assad). Ai negoziati per la sua liberazione si sarebbe unito direttamente il governo italiano e circa un mese fa una delegazione italiana lo ha incontrato e ha trascorso con lui circa due ore. Questa ha discusso con i rapitori diverse opzioni per la liberazione.

Secondo la fonte, l’Isil ha voluto far credere di aver ucciso padre Dall’Oglio. I leader dell’Isil chiesero un riscatto che le parti coinvolte reputarono “una somma enorme e senza precedenti”. Queste chiesero quindi ai militanti, sempre secondo la fonte informata sui negoziati, di “domandare una cifra logica per dimostrare la serietà dell’organizzazione”. La risposta fu la falsa notizia “dell’esecuzione di padre Paolo due ore dopo la sua cattura”, afferma la fonte.

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