Benigni al San Carlo: “Corrotti a casa? No, in galera!”

di Redazione

 Napoli. “Renzi ha detto che devono andare a casa, non ha usato un’altra parola. Ma devono andare in galera e restituire ciò che hanno preso”, insiste Benigni durante il suo dialogo con Eugenio Scalfari a Napoli per la “Repubblica delle Idee”.

“La giustizia rende liberi e io non auguro il carcere nemmeno al peggior malvivente”, sottolinea il premio Oscar. “Ma la corruzione è il gradino più basso. Non sono furbi o intelligenti, perchè non è così difficile ingannare il prossimo. Sono volgari e vili”. E poi, parlando del canto della Divina Commedia dedicato a Ulisse: “Ci sono momenti in cui decidiamo cosa essere. I corrotti, quando scelgono di prendere dei soldi, decidono per l’eternità di essere dei ladri”.

“A Venezia stanno costruendo una grande opera, un nuovo carcere”. È una delle battute che Benigni riserva alle inchieste sulla corruzione. “Siamo nella grande tradizione italiana”, dice alla platea del teatro San Carlo, tempio della lirica: “Dopo il Nabucco di Verdi e la Norma di Bellini, continuiamo con le grandi opere. L’Expo di Greganti-Frigerio, il Mose di Galan-Orsoni”.

Poi Benigni riprende: “L’inchiesta Carige è scoppiata in Liguria, poi l’Expo a Milano, il Mose a Venezia, prima c’era stata la Giunta regionale del Piemonte. Tanta malavita organizzata al Nord, stiamo attenti che non scenda al Sud. Al Sud c’è già gente che invoca la secessione contro questo pericolo”.

Infine una battuta sull’ex governatore veneto: “Se le accuse fossero confermate, Galan prendeva 100mila euro al mese. Ma erano in nero e dichiarava così poco da aver diritto anche al bonus di 80 euro. A maggio ha preso 100mila e 80 euro”.

“Se lo è meritato”. Così Benigni sul successo elettorale di Renzi. Poi scherza: “In Bulgaria ora parlano di percentuali renziane”.

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