Rifiuti nell’area Cappuccini: nuovo allarme del Wwf

di Antonio Arduino

 Aversa. Ennesima protesta del Wwf aversano. L’associazione ambientalista denuncia l’assenza del servizio di prelievo rifiuti nell’area Cappuccini.

“Ancora rifiuti, sempre rifiuti, troppi rifiuti, sversati nelle campagne e nei pressi dell’antico Monastero dei Cappuccini, nell’omonima strada di Aversa, posta ai confini con il territorio del comune di Giugliano in Campania”, scrive in una nota trasmessa alla stampa Alessandro Gatto, referente del settore rifiuti ed inquinamentodel Wwf agro aversano – Napoli nord e litorale domizio.

“Purtroppo – sottolinea – non si ferma il degrado ambientale del nostro territorio”. “Da quando abbiamo iniziato la nostra attività di volontariato ambientale, più o meno nell’anno 1990, la storia – ricorda – è sempre la stessa: nell’agro aversano e nella zona a nord di Napoli : sversamenti di rifiuti speciali e pericolosi in tutti i luoghi del territorio un po’ più nascosti e un po’ più periferici, anche se non è sempre così come dimostrano i tanti rifiuti depositati sulle piazzale di sosta della superstrada. Incendi dolosi a diversi tipi di rifiuti, che se prima non erano pericolosi lo diventano dopo essere stati bruciati. L’inquinamento cancerogeno e mortale si diffonde in tutti i comparti ambientali: aria, acqua, suolo. E’ un disastro visibile e meno visibile che sta devastando questo territorio, in particolar modo nell’agro aversano e nell’immenso territorio del comune di Giugliano in Campania”.

“Sembra – dice Gatto – che non ci si possa mettere la parola fine a questo scempio. Uno scempio che fa male a tutti. Infatti non c’è più bisogno di dimostrare il legame tra inquinamento ambientale e tumori. E un rapporto di causa effetto. Basta osservare la crescita enorme di tantissimi tipi di tumori e di altre patologie per capire subito che si deve fare qualcosa di rapido per mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista ambientale”.

“Noi volontari del Wwf di Aversa, dell’agro aversano e Napoli nord lo stiamo denunciando da 24 anni ma ancora non vediamo quella risposta dello Stato da noi tanto attesa. Certo dei segnali ci sono ma sono ancora timidi e flebili. Si deve intervenire con ulteriore decisione, per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, per la salvezza delle persone che ci vivono”, conclude la nota.

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