Screening tiroideo, tocca agli alunni della “Rocco”

di Redazione

 Sant’Arpino. Continuano le attività del Coordinamento Comitati Fuochi cui aderiscono decine e decine di associazioni campane impegnate nella salvaguardia dei territori per tutelare la salute dei cittadini.

Venerdì 30 maggio, dopo le scuole di Succivo e Lusciano, tocca agli alunni della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Rocco” di Sant’Arpino sottoporsi ad uno screening tiroideo. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’associazione Atta Campania (Ammalati di Tumore della Tiroide ed Associati), coordinata dal professor Raffaele Volpe, responsabile dell’Unità Operativa di Endocrinologia del “Cardarelli” e docente di Endocrinologia presso l’Università degli studi “Federico II”, vedrà anche coinvolti i comitati “Contramunnezza” di Sant’Arpino e “Stanzione” di Orta di Atella.

L’incidenza delle patologia tiroidee – dice il professor Volpe – è in aumento. Abbiamo quindi deciso di avviare in via del tutto volontaria una campagna di indagini di questo genere per dare slancio a una seria opera di prevenzione di cui ha bisogno questo territorio, senza voler correre dietro ai proclami cha da mesi si rincorrono tra Stato e Regione circa lo stanziamenti di milioni di euro per lo screening sanitario della popolazione campana esposta al grave inquinamento ambientale”. I risultati degli esami effettuati qualche mese fa presso la scuola media di Succivo patologie di vario tipo che vanno da piccole alterazioni strutturali dei lobi tiroidei, di tipo anche micronodulare, a diversi casi di tiroidite cronica con una percentuale superiore al 30%. Se vengono considerati anche i casi di piccolissime alterazioni strutturali, come piccole raccolte di colloide e piccole strie fibotiche, si può considerare una percentuale che sfiora il 70%. Di fronte a tali risultane, gli attivisti del Coordinamento Comitati Fuochi hanno ribadito con forza quanto già da tempo invocato attraverso i rappresentanti del tavolo medico scientifico in seno alla compagine associativa e ciò, la necessità di rivedere i criteri di indagine preventiva sulla popolazione in modo da agire prima che tali patologie possano aggravarsi e sfociare in conseguenze spesso molto gravi”.

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