Favorì latitanza di imprenditore mafioso: arrestato ex ministro Scajola

di Redazione

 Reggio Calabria. Avrebbe favorito la latitanza dell’imprenditore calabrese ed ex parlamentare Amedeo Matacena, attualmente irreperibile.

Con quest’accusa la Dia di Reggio Calabria ha arrestato giovedì mattina l’ex ministro Claudio Scajola. Si trovava a Roma, in un albergo, quando gli agenti lo hanno catturato. Otto, complessivamente, i destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dal gip del tribunale reggino Olga Tarzia, su richiesta della Procura antimafia diretta da Federico Cafiero de Raho.

Oltre a Scajola e Matacena ci sono due congiunti di quest’ultimo: la moglieChiara Rizzo e la madre Raffaella De Carolis. In arresto anche la segretario di Scajola, Roberta Sacco, oltre a Martino Politi eAntonio Chillemi. Matacena è condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

L’operazione, denominata “Breakfast”, dapiù di due anni vede impegnata laDiadi Reggio Calabria nella ricerca dei reinvestimenti di capitali illeciti, movimentati dalla ‘ndrangheta in Italia ed all’estero.

Compiute numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, e sequestrati beni per circa 50 milioni di euro costituiti da società commerciali italiane collegate a società estere.

“Non so per quali motivi sia stato arrestato, me ne spiaccio e ne sono addolorato”, commentaSilvio Berlusconi. Scajola è stato ministro dell’Interno dal 2001 al 2002, incarico lasciato in seguito alle polemiche per le sue dichiarazioni su Marco Biagi. Ministro delle attività produttive dal 2005 al 2006, era poi stato nominato ministro dello Sviluppo economico nel 2008: ma si era dimesso nel maggio del 2010 per il coinvolgimento giudiziario nel caso della casa vicina al Colosseo, acquistata in parte con i soldi dell’imprenditore romano Diego Anemone. A gennaio 2014 Scajola è stato assolto perché il fatto non costituisce reato: i soldi erano stati versati “a sua insaputa”.

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