Expo, Renzi: “Non molliamo”. Grillo: “Una rapina”

di Redazione

 Roma. Non ci sarà una marcia indietro sull’Expo. Lo fa sapere il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Milano per ribadire con forza la centralità della fiera internazionale, finita al centro delle cronache per l’inchiesta sugli appalti truccati.

“Non ci lasceremo rubare il futuro dai ladri. Chi ruba va fermato ma non si fermano le opere, si fermano i ladri”, ha detto Renzi.”Sono qui, a dispetto dei sondaggi – ha aggiunto il premier – per dire che il governo farà la sua parte. Non bisogna mollare, bisogna vincere la sfida dell’Expo”.

Renzi: “Expo è strepitosa opportunità”. Per il capo del governo – che ha presieduto una riunione nella sede dell’Expo, assieme al presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, alla guida del team legale che affiancherà la società nella valutazione e nella gestione degli appalti – Expo “deve diventare fiore all’occhiello” del Paese, perché “se vinciamo la sfida dell’Expo facciamo l’Italia. Se ci tiriamo indietro magari non saremo l’Italietta, ma non saremmo più coerenti con i nostri valori. Milano è un punto di riferimento per l’intero Paese, grazie a tutti coloro che non mollano e ci credono. L’Expo è una strepitosa opportunità”.

Grillo: “Rapina in corso”. Ma a Milano in giornata è arrivato anche Beppe Grillo, che ha attaccato: “C’è una rapina in corso. Noi ci siamo stufati, – ha detto il leader del MoVimento 5 Stelle – c’è un’associazione a delinquere alla luce del sole. Sarà una guerra. Con Expo daremo un giro di vite, altro che andare avanti…”. “Arriva il supercommissario che è supercommissario alla corruzione. Lui stava all’ufficio dove prendeva anche uno stipendio, ora è un commissario che va a commissariare un commissario. Il commissario che doveva commissariare prima, invece, dice che lui non è accordo. Ci vuole uno psichiatra”,ha criticato Grillo in conferenza stampa. “Adesso – ha aggiunto – la magistratura si sta muovendo, secondo me, perché sa che c’é una forza politica importante, forse la prima del Paese, che non gli va contro. Ecco perché sono intervenuti dopo che siamo andati noi all’Expo”.

“Cantone all’anticorruzione ma non sapeva nulla”. Grillo non fa sconti nemmeno alpresidente dell’Autorità Anticorruzione: “L’Expo è il gioco dei quattro cantoni nel quale il responsabile di una fantomatica task force nominato da Renzie si chiama proprio Cantone. Un signore che ha la responsabilità dell’autorità anticorruzione e che sulla corruzione dell’Expo non ne sapeva nulla”. Poi se la prende con il commissario Sala: “E’ indignato e sorpreso dal comportamento dei suoi collaboratori” dice e sintetizza: c’è quindi “un responsabiledell’anticorruzione che nulla ha visto sulla grande abbuffata di Milano e un commissario che andrebbe commissariato per incapacità o dabbenaggine”.

Grillo: “Fermare l’Expo”. Per l’ex comico genovese “in Parlamento da decenni si parla di legge anticorruzione e sul conflitto di interessi. Se ne parla e basta, se no come si potrebbe continuare a rubare? La prossima autorità anticorruzione dovrebbe occuparsi a tempo pieno dei partiti a iniziare dal Pd. I suggerimenti glieli darà (gratis) il M5S. E’ un lavoro facile, facile. L’Expo è un furto aggravato e continuato, il 90% degli appalti e dei subappalti e’ gia’ stato assegnato. L’unica cosa da fare è fermarlo”.

Alfano: “Ci presenteremo con vetrina trasparente e pulita”. Le parole e le decisioni assunte dal premier trovano il pieno plauso del ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Ho condiviso molto sia la scelta di Cantone sia della task force, ora occorrerà accendere un faro ancora più luminoso su tutti questi fatti e sulle procedure: siamo convinti che ad aprile prossimo l’Italia si presenterà con una vetrina completamente trasparente e pulita e con un buon risultato”, ha spiegato il titolare del Viminale.

Il governatore lombardo, Roberto Maroni, condivide l’incarico affidato a Cantone, ma chiede gli siano assegnati “più poteri”. Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, l’Expo “è una occasione importantissima: non può e non deve fallire”. Forza Italia, con il consigliere politico Giovanni Toti, invita il premier a “metterci la testa e non solo la faccia, il governo deve fare la sua parte per sostenere l’Expo”.

Scontro in Procura: Bruti attacca pm Robledo. Intanto, sale il livello dello scontro anche in Procura a Milano, con il procuratore Edmondo Bruti Liberati che in una nota al Csm attacca le iniziative del pm Alfredo Robledo: “Hanno determinato un reiterato intralcio alle indagini”. Tra gli episodi che Bruti cita c’è anche quello di un doppio pedinamento che avrebbe potuto compromettere l’inchiesta: “Robledo pur essendo costantemente informato del fatto che era in corso un’attività di pedinamento e controllo su uno degli indagati svolta da personale della polizia giudiziaria, ha disposto, analogo servizio delegando ad altra struttura della stessa Gdf” scrive il procuratore, spiegando che “solo la reciproca conoscenza del personale Gdf che si è incontrato sul terreno ha consentito di evitare gravi danni alle indagini”.

Gli arrestati. Nell’inchiesta della procura milanese sono finiti in carcere Angelo Paris, manager dimissionario di Expo 2015, l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo, il ‘compagno G’ Primo Greganti, storico esponente del Pci coinvolto in Mani Pulite, l’intermediario Sergio Cattozzo (ex segretario regionale Udc in Liguria) e l’imprenditore Enrico Maltauro.

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