Expo, Cantone: “No a leggi spot. Servono poteri speciali”

di Redazione

Raffaele CantoneRoma. “L’ennesima legge spot” che “non avrà alcuna efficacia sul piano concreto”. Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, chiamato da Renzi a vigilare sull’Expo, commenta con parole dure il ddl Grasso, attualmente all’esame della commissione Giustizia del Senato e in Aula dal 27 maggio.

“Non ho intenzione di fare gite milanesi – continua il magistrato – La mia presenza ha un senso se ci danno strumenti di controllo ad hoc, se si impone alle società private di seguire le norme di trasparenza”. Cantone, però, non è il solo a chiedere di avere gli strumenti per agire contro la corruzione negli appalti. Anche Giuseppe Sala, commissario unico per Expo Milano ha affermato: “Sto aspettando che Cantone sia messo nelle condizioni di lavorare”.

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, sceso in campo dopo le inchieste giudiziarie che parlano dell’esistenza di una “cupola che pilotava gli appalti”, boccia dunque il ddl in discussione. “Quello che sta accadendo in Parlamento è un fatto gravissimo, si prova a legiferare sull’onda dell’emergenza” e “alla fine avremo l’ennesima legge spot” afferma da Napoli.

Il provvedimento sarà comunque approvato perché, aggiunge Cantone, “ormai c’è un gruppo politico in grado di stabilire che quella legge dovrà passare, però non avrà alcuna efficacia sul piano concreto, perché se non troviamo i meccanismi per individuare la corruzione possiamo fare delle mere manifestazioni di principio che non avranno effetto”.

Entrando nel merito, il magistrato ricorda che si modifica “per l’ennesima volta la norma sulla concussione, si prova a intervenire sulla prescrizione e si pensa a un falso in bilancio che non ha alcuna efficacia né efficienza”. Mentre la norma sull’antiriciclaggio, “così come scritta in Senato, è inapplicabile perché prevede che ci sia nocumento all’economia, meccanismo assolutamente vago”. La strada giusta, osserva, sarebbe quella di “occuparsi della corruzione quotidianamente e non quando si verificano fatti come quelli dell’Expo”.

Immediato l’intervento di Pietro Grasso, che risponde alle critiche di Cantone sottolineando che la sua proposta originaria “è completamente diversa” dal testo in discussione al Senato criticato dal magistrato. Grasso auspica che “si legiferi presto e bene” ma esclude un suo intervento diretto, visto il suo ruolo di presidente.

In una nota, la seconda carica dello Stato spiega di aver presentato il ddl “più di un anno fa, nel mio unico giorno da senatore, proprio perché, esattamente come Cantone, ritengo quello della corruzione e dei reati economici un tema urgente e prioritario ogni giorno, non solo dopo le recenti inchieste legate ad Expo”. E aggiunge: “La mia proposta sull’antiriciclaggio, che prevedeva una nuova collocazione sistematica qualificandolo non come reato contro il patrimonio ma inserendolo in una nuova tipologia di delitti contro l’ordine economico e finanziario, – prosegue il presidente del Senato – è completamente diversa, anche nei comportamenti sanzionati, rispetto a quella del testo base, che unifica tutti i ddl presentati in Senato e che ancora non ho avuto modo di approfondire”.

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