Concerti del primo maggio: arresti a Roma per droga

di Emma Zampella

 Roma. Il concertone del primo maggio, quello di Roma in Piazza San Giovanni, continua ad essere il fenomeno catalizzatore per migliaia di giovani che partecipano con entusiasmo.

La lunga maratona si è aperta con le band emergenti del contest 1Mfestival. Poi a riscaldare la folla sono arrivati i Modena City Ramblers con il loro omaggio a Peppino Impastato. Poi sono saliti sul palco Francesco Di Bella, Velvet, Taranproject e Daniele Ronda, Levante, Agricantus, Statuto, Kachupa, P-funkin band, Riccardo Sinigallia.Tra le curiosità di quest’anno, la presenza nel backstage riservato alla stampa, per la prima volta, di una troupe cinese dell’agenzia di stampa Xinua. Secondo gli organizzatori sono 700 mila le persone presenti a piazza San Giovanni . Il numero sarebbe in crescita rispetto alla scorsa edizione, funestata però dalla pioggia.

A fare polemica direttamente dal palco è stato, tra tanti, anche Piero Pelù, che ha attaccato Matteo Renzi: “Gli F35 rubano i soldi a scuole e ospedali. Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro”. “Il non eletto, ovvero sia il boyscout di Licio Gelli – ha continuato Pelù – deve capire che in Italia c’è un grande nemico, un nemico interno che si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, `ndrangheta. La nostra è una guerra interna, il nemico è dentro di noi, forse siamo noi”. Pelù si scaglia anche contro la guerra “gli unici cannoni che ammetto sono quelli che dovrebbe fumarsi Carlo Giovanardi”.Ma quella del primo maggio non è stata solo la giornata delle manifestazioni, della musica e della polemica contro il potere. Nel corso della giornata, in Piazza San Giovanni, ci sono stati infatti controlli a tappeto dei carabinieri di Roma che hanno contrastato lo spaccio di stupefacenti, arrestando 46 persone di cui 28 di nazionalità straniera.

Gli italiani finiti in manette sono provenienti da più regioni, tra cui Puglia, Campania, Calabria, Molise e Lazio, di età compresa tra i 18 e i 58 anni. I militari hanno sequestrato un chilo e 266 grammi di droga tra cocaina, marijuana, hashish, eroina, LSD e compresse di Rivotril, stupefacente trovato in possesso degli arrestati e mentre lo cedevano a giovani acquirenti. Nel bilancio anche 5 arrestati per furto e scippo, sempre a piazza San Giovanni. Si tratta di tre nomadi che avevano approfittato della ressa per sfilare il portafogli dalle tasche di spettatori; un cittadino romano responsabile di furto di un’autovettura e un cittadino marocchino per aver malmenato e strappato la collanina d’oro a uno spettatore foggiano.

Un concertone fatto di contenuti, di musica, e di sobrietà, che si è visto scippare l’unicità del momento da quello organizzato a Taranto dal “Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti”. Le prime stime parlano di 100 mila persone, un numero doppio rispetto a quello dello scorso anno – la Questura confermò 30 mila persone, ma furono 50 mila – ragazzi, famiglie e bambini non si sono curati del fango e della poltiglia creata dalla pioggia dei giorni scorsi, che ha continuato a dire la sua fino alla mattina del primo maggio.Ad inaugurare la seconda edizione, un pugliese doc, Caparezza che si è presentato sul palco addobbato di edera: i membri della sua band, invece, indossavano parrucche verdi a mo di cespuglio.

E sempre a quella platea ha scelto di cantare per la prima volta il nuovo singolo“Non me lo posso permettere” a cui ha seguito l’ovazione di “Vieni a ballare in Puglia”, che racconta perfettamente la contraddizione nazionale tra ambiente e inquinamento che a Taranto trova la sua espressione massima. Incitato dai fan, ha chiuso con“La fine di Gaia”, per poi lasciare spazio a una serie di gruppi emergenti e ai rappresentanti di vari comitati pro ambiente arrivati da tutta Italia.Collegare Taranto al Sudan non è stato semplice, ma dall’Africa è arrivato il saluto di Gino Strada di Emergency: “Un paese civile non può avere tra le proprie istituzioni persone che applaudono gli assasini. Dove sono finiti i diritti delle persone? Dovrebbero essere licenziati, questi che applaudono”.

E poi: “Taranto è un simbolo, una città dove si baratta il diritto alla salute con il lavoro, è una cosa indegna in un paese civile”. Tra le letture degli articoli della Costituzione fatte dalla conduttrice Valentina Petrini, le condoglianze date dall’organizzatore Roy Paci alla famiglia Riva per la morte del responsabile dell’Ilva Emilio (“noi non siamo come loro, il dolore non ci fa perdere l’umanità”), fino alle battute sull’avversario Concertone di Roma fatte dai co-conduttori Luca Barbarossa e Andrea Rivera.

Agli Afterhours il compito di chiudere, ma in prima serata è stato il turno del tarantino Diodato e di Fiorella Mannoia, in prima fila per Taranto già lo scorso anno e ormai quasi una madrina dell’evento: “Ve l’avevo promesso e sono tornata. Tarantini restate uniti, lottate per i vostri diritti che sono quelli di tutti”. Dopo di lei, lo show di Vinicio Capossela con la Banda della Posta, Paola Turci, 99 Posse, Tre allegri ragazzi morti e altri pugliesi d’eccellenza come Sud Sound System e Mama Marjas. Proprio Paola Turci ha ricordato che “Taranto è il posto migliore per riempire di contenuti il primo maggio, dobbiamo far arrivare a tutti il dramma che vive questa terra”.

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