Camusso: “Governo snobba sindacati”. Poletti: “Tocca a noi decidere”

di Redazione

 Roma. “Contrastiamo e contrasteremo l’idea di un’autosufficienza del Governo, che taglia non solo l’interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia. Una logica di autosufficienza della politica che sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione”.

Lo ha detto in un passaggio della sua relazione introduttiva al17esimo congresso della Cgil, il segretario generale dell’organizzazione, Susanna Camusso. Alle parole di Camusso ha replicato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “E’ normale confrontarsi, è normale discutere e ascoltare l’opinione di tutti, ma credo sia normale anche che il governo si assuma le proprie responsabilità nelle decisioni, credo questo sia un modo democratico di fare le cose”.

Nelle 28 pagine del suo intervento, pronunciato di fronte ai 953 delegati presenti, Camusso lancia quattro sfide al governo: riformare le pensioni, con l’obiettivo di dare attenzione ai giovani e correggere gli errori sugli esodati; riforma degli ammortizzatori sociali; contrasto al lavoro povero; misure fiscali con al centro la lotta all’evasione. Proposte che, secondo il segretario generale, “non sono in cima all’agenda politica attuale” e che la Cgil vuole riportare al centro dell’attenzione “costruendo alleanza, ma soprattutto consenso, iniziativa, mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro, in tutti i territori”.

Per Camusso, bisogna aprire “una vera e propria vertenza” da portare avanti con Cisl e Uil, per arrivare a una riforma “che abbia al centro una prospettiva dignitosa per i giovani, i precari, ovvero il tema della ricostruzione della pensione basata sulla previdenza pubblica”. La richiesta è quella di correggere gli errori del passato sugli esodati.

Per dare una spinta all’occupazione, soprattutto giovanile, la Cgil propone di lavorare sulla semplificazione attraverso l’introduzione di un contratto unico. “Discutiamo tempi e certezze antidiscriminatorie, insieme con il contratto unico altre tre forme: contratto a termine causale per stagionalità e sostituzioni, somministrazione a apprendistato”, spiega Camusso. “Bene che si cominci dalle norme di tutela universale della maternità, ma completezza vorrebbe l’abolizione della Bossi-Fini e la costruzione di una legge positiva sugli ingressi e sulle regole”, conclude.

Camusso ribadisce la contrarietà della sua organizzazione al decreto lavoro in via di approvazione al Parlamento perché “va nel verso dell’ulteriore precarizzazione” e conferma che il disegno di legge delega che dovrà completare il Jobs act studiato dall’esecutivo di Matteo Renzi “è tutt’altro che chiaro”. Sugli ammortizzatori propone “una cassa integrazione che unifichi ordinaria e straordinaria per tutti i settori e tutte le dimensioni di impresa a contribuzione… con questa scelta si può andare al superamento della cassa in deroga”.

Al termine della relazione non manca un affondo al leader dei meccanici della Cgil, Maurizio Landini, protagonista di una battaglia interna contro il testo unico sulla rappresentanza. Camusso ricorda che vi è un “unico principio democratico di decisione, quello che la maggioranza può decidere, assumendosi l’onere della ricerca della più ampia condivisione”.

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