Ucraina a rischio guerra civile: scontri a Odessa

di Emma Zampella

 Odessa. Tensione alta in Ucrania: il paese si avvia alla guerra civile. Nella mattina di venerdì, centinaia di militanti hanno attaccato una manifestazione per l’unità nazionale a Odessa, alla quale partecipavano circa 1500 persone: lo scontro si è consumato a colpi di bastoni, lanci di pietre e molotov filorussi e filo ucraini.

La polizia è intervenuta per separare i due campi, ma secondo un primo bilancio, ci sarebbero almeno venti feriti e un morto, un uomo raggiunto da un colpo di arma da fuoco. Sicuramente ci sono invece “molti” morti tra i ribelli filo-russi e almeno due tra i soldati ucraini a Slovyansk, dove l’esercito di Kiev ha lanciato “un attacco su larga scala”. Un’operazione che l’Ucraina definisce “anti-terroristica”.

“Punitiva e in grado di distruggere le ultime speranze per l’attuazione degli accordi di Ginevra”, afferma il Cremlino, che ha chiesto per oggi una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere della “grave escalation di violenze nell’est dell’Ucraina”.

“Il ricorso all’esercito contro il proprio popolo è un crimine che porta l’Ucraina alla catastrofe” dice il ministero degli Esteri russo in un comunicato, nel quale si dice “indignato per il lancio a Sloviansk di una operazione di rappresaglia con la partecipazione di terroristi di Pravi Sektor”. Incalza il primo ministro russo Dmitry Medvedev: le autorità ucraine “smettano di uccidere i propri cittadini, altrimenti il futuro del Paese potrebbe diventare veramente triste”. Mentre il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turcinov, chiede a Mosca di “fermare l’isteria e le minacce”.

Da parte dell’Ue arriva subito l’appello a procedere “al più presto” all’applicazione degli accordi di Ginevra e a fare di tutto per evitare un’escalation della tensione. Fondamentale anche l’attenzione degli Usa che, unitamente alla Germania afferma l’azione contro le azioni illegali della Russia in Ucraina e determinati a coordinare le proprie azioni, comprese le sanzioni contro Mosca”, come ha detto il presidente americano, Barack Obama, nel corso della conferenza stampa alla Casa Bianca con la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Il prossimo passo – ha detto – saranno sanzioni mirate a settori precisi dell’economia russa”.

L’obiettivo delle sanzioni, ha poi precisato, “non è punire Mosca, ma spingere la Russia a scegliere la giusta strada, quella della risoluzione della crisi in Ucraina attraverso la via diplomatica”. Obama si è poi detto “sconvolto per il trattamento riservato agli osservatori” in Ucraina e ha detto che le sanzioni già imposte “hanno avuto un significativo impatto finanziario sulla Russia”, che sta facendo i conti con “un crescente isolamento”.

Intanto, Mosca ha dato un ultimatum sul gas a Kiev, minacciando che se entro fine maggio non sarà pagata la fattura di giugno, Gazprom “avrà il diritto di ridurre le sue forniture per l’Ucraina o di mantenerle a livello pagato prima del 31 maggio”: lo ha annunciato il ministro dell’energia russo, Aleksandr Novak, nell’incontro trilaterale svoltosi a Varsavia con il commissario europeo all’energia, Gunther Oettinger, e i rappresentanti di Kiev.

Il blitz è iniziato alle 4.30 locali (3.30 in Italia). Per l’attacco sono stati utilizzati mezzi blindati ed elicotteri, due dei quali (Mi-24) abbattuti dai separatisti filorussi tramite lanciarazzi portatili, con l’uccisione di un pilota e di un militare, nonché diversi feriti, come confermato anche da Kiev. Tra le loro fila, i secessionisti segnalano un morto e un ferito. L’offensiva, annunciata a Sloviansk dal suono delle sirene, è concentrata per ora alla periferia della città, dove Kiev sostiene di aver preso il controllo di 9 checkpoint.

Le autorità ucraine, che hanno indicato l’uso di missili antiaereo come prova della presenza di truppe speciali russe a Sloviansk, hanno detto che la città, che conta 130mila abitanti, è “strettamente circondata” e hanno lanciato un appello ai separatisti perché rilascino gli ostaggi e si arrendano.

Tra gli ostaggi ci sono anche osservatori dell’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il Cremlino ha mandato nel sudest dell’Ucraina un suo inviato, Vladimir Lukin, per negoziare il rilascio degli osservatori dell’Osce sequestrati. Le forze di autodifesa filorusse di Sloviansk sostengono che le forze armate ucraine hanno circondato la città e non consentono a donne e bambini di andarsene.

“Tutte le strade che conducono dentro e fuori la città sono state isolate. Nessuno, neppure donne e bambini, è in grado di lasciare la città. Ci può essere carenza di cibo e acqua potabile”, ha dichiarato un portavoce delle forze filorusse, citato da Interfax.

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