Le “11 domande” di Barbato

di Antonio Taglialatela

 Carinaro. 11 domande quelle che il candidato sindaco Giuseppe Barbato, alla guida della civica “Uniti per Cambiare”, rivolge alla sua avversaria Annamaria Dell’Aprovitola e ad altri esponenti di “Carinaro Libera”.

Il famoso “caso gazebo”, presunti futuri “conflitti d’interesse”, la contraddizione rappresentata dalla presenza di esponenti dell’opposizione uscente in una lista capeggiata da un ex assessore della maggioranza uscente, il “ritorno” della De Chiara dopo le dimissioni di tre anni fa dall’Assise. Questi ed altri gli argomenti da cui sono nati i quesiti che Barbato ha sottoposto già da qualche giorno alla lista “Carinaro Libera” e alla sua leader. “E lei, invece di rispondere, – attacca Barbato – e fare chiarezza dinanzi ai cittadini si limita a pubblicizzare il viaggio degli alunni alle Foibe e altre questioni che c’entrano poco o nulla con la campagna elettorale in corso. Perché non risponde? Così come mi chiedo perché non rispondano gli altri suoi candidati. Qual è la verità dei fatti?”.

A seguire le 11 domande di Barbato.

Le prime sei sono rivolte a Dell’Aprovitola:

1. Perché, dopo di aver sbandierato per oltre 5 mesi che il gazebo costruito dai suoi familiari fosse un’opera legittima, ha smontato i vetri soltanto alla vigilia della sua candidatura a sindaco?

2. Non crede che i Carinaresi non abbiano capito che smontare i vetri del gazebo alla vigilia della sua candidatura sia un modo per prenderli per i fondelli?

3. E’ proprio sicura che nei lavori di ricostruzione del palazzo di sua proprietà annesso alla torre civica dell’orologio siano state rispettate le norme di legge, del piano urbanistico e di quanto previsto nella convenzione da lei sottoscritta con il Comune?

4. Come intende regolamentare il “conflitto di interessi” che inevitabilmente si aprirà con tutte le imprese legate agli amministratori da vincoli di parentela tra i quali vi sono anche suo marito e suo cognato?

5. Come risponderà a tutti i tentativi che sia Sardo e D’Agostino, accaniti avversari del Piano regolatore approvato dalla uscente Amministrazione, e sia qualche candidato che non ha perso la speranza di costruire case a ridosso del cimitero, faranno per cambiare il Puc?

6. Come giustifica la presenza nella sua lista del gruppo Sardo-D’Agostino che per 5 anni sono stati feroci avversari dell’Amministrazione della quale faceva parte anche lei, votando contro tutte le delibere da essa adottate?.

Ai consiglieri di opposizione uscenti Lello Sardo e Mimmo D’Agostino due domande:

7. Come spiegano, dopo essersi atteggiati sempre come i paladini della legalità, il fatto di non aver mai espresso un loro giudizio sulla illegittimità del gazebo costruito?

8. Come spiegano di avere sempre ritenuto Capoluongo, Sepe e la stessa Dell’Aprovitola inadeguati ed incapaci di amministrare il paese e poi all’ultimo momento ne sono diventati addirittura compagni di viaggio?

Poi una domanda ai consiglieri di maggioranza uscenti Paolo Sepe e Bruno Capoluongo:

9. Quali sono le ragioni che hanno indotto Sepe e Capoluongo, sempre ostinatamente contrari all’ingresso in lista della signora Dell’Aprovitola, a cambiare idea all’ultimo momento?

Le ultime due sono per l’ex assessore Maria Grazia De Chiara, dimessasi dal Consiglio comunale nel 2011 e oggi candidata di “Carinaro Libera”:

10. Quali sono le ragioni che hanno spinto la candidata De Chiara a ritornare sulla scena politica di Carinaro dalla quale si era allontanata da circa 3 anni con la motivazione di “aver schifato la politica in generale”?

11. Perché la De Chiara, da anni esperta di formazione professionale, solo oggi individua il canale della formazione come il vero strumento per lo sviluppo occupazionale dei giovani di Carinaro e non l’ha fatto nei suoi precedenti 7 anni in cui era assessore?

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