Dell’Aprovitola risponde alle “11 domande” di Barbato

di Antonio Taglialatela

 Carinaro. Davanti alla videocamera di Pupia, come annunciato, il candidato sindaco di “Carinaro Libera”, Annamaria Dell’Aprovitola, risponde alle “11 domande” dell’avversario Giuseppe Barbato.

Sul caso del gazebo del bar di proprietà della cognata, in particolare, l’ex assessore, premettendo che c’è un ricorso in atto al Tar, ritiene quella vicenda un “tentativo di delegittimazione” nei suoi confronti. Mentre sul palazzo in via Zampella, in corso di ristrutturazione, la candidata ricorda che i lavori sono stati “eseguiti sulla base di una regolare concessione edilizia” e “in virtù di verbali di assoluta conformità di lavori redatti dai vigili urbani a seguito di ricorsi anonimi”. Poi sottolinea: “Se Barbato ritiene che io abbia una condotta poco legale mi denunci alla Procura della Repubblica, io risponderò con una querela per diffamazione”.

Il“conflitto di interessi” che, secondo Barbato, potrebbe aprirsi con tutte le imprese legate agli amministratori da vincoli di parentela, tra i quali vi sono anche il marito e il cognato della candidata, Dell’Aprovitola risponde: “Mio marito e mio cognato non hanno mai effettuato lavori a Carinaro quando io ho amministrato, e non ne avevano tra l’altro bisogno. Piuttosto vorrei ricordare a Barbato che sono le imprese della sua famiglia che hanno eseguito lavori a Carinaro quando lui ha amministrato”.

Sulla presenza in lista di rappresentanti dell’opposizione uscente, Dell’Aprovitola ritiene che “non c’è nulla di scandaloso. Storicamente a Carinaro le liste si sono formate dalla commistione tra maggioranza e opposizione”. E qui la candidata ricorda che “nel 2009, quando abbiamo vinto le elezioni con Masi, Barbato proveniva dalle file dell’opposizione uscente. Lo fanno gli altri è bravura politica, lo faccio io è illegittimo”.

Sul Puc: “Sarà semplicemente migliorato e non stravolto, tutto il resto sono solo strumentalizzazioni degli avversari”.

Dell’Aprovitola non risparmia nemmeno il sindaco uscente Mario Masi che ieri, da queste colonne, le ha rivolto accuse pesanti, infastidito dalle voci che lo darebbero come il “puparo” di Barbato e ha invitato la candidata, suo ex assessore, ad avere un confronto con lui e non con il diretto avversario. “Mi cadono le braccia, – commenta la leader di ‘Carinaro Libera’ – vorrei sapere cosa c’entri Masi in questa storia. Lui quasi mi minaccia, dice che non devo avere a che fare con Barbato ma con lui. Sulla base di che cosa? Io ho un avversario che è Barbato ed è con lui che devo confrontarmi al cospetto dei cittadini. Anzi, se fossi in Barbato mi sentirei offeso da queste dichiarazioni del sindaco. Allora chi è il vero candidato sindaco di quella lista?”. Poi incalza: “Masi è inutile che si faccia prendere dall’ira. La responsabilità del fallimento del progetto elettorale del Pd a Carinaro è sua. Dall’alto della sua saccenza non è riuscito ad investire un suo successore ed è stato abbandonato da tutti”.

La candidata ne ha anche per il fratello del sindaco, Biagio Masi, segretario cittadino del Pd, secondo cui “Carinaro Libera” sarebbe una coalizione “incaprettata da interessi” lontani da quelli della popolazione. “E parla lui che rappresenta il più grande conflitto di interessi della storia politica di Carinaro?”, si chiede, tra il serio e l’ironico, Dell’Aprovitola. “Il fratello sindaco e lui segretario del Pd, l’unico partito esistente sul territorio. Di che cosa parliamo? Quanto ai presunti ‘affari’ che intenderebbero fare i miei candidati ritengo che si tratti di calunnie. Se poi Biagio Masi ne è convinto gli rivolgo lo stesso invito fatto a Barbato: presenti delle denunce all’autorità giudiziaria”.

Secondo l’aspirante sindaco, in conclusione, “mi si vuole trascinare per forza in polemiche che nulla c’entra con la campagna elettorale e i programmi di cui dobbiamo parlare ai cittadini”.

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