Romano dopo l’arresto si dimette e rinuncia a candidatura

di Redazione

 Napoli. Paolo Romano, da martedì 20 maggio agli arresti domiciliari in un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per tentativo di concussione, si è dimesso da presidente del Consiglio Regionale della Campania e ha rinunciato alla sua candidatura con Ncd alle elezioni europee.

Lo annunciano i suoi avvocati, Garofano e Della Pietra. La decisione – hanno spiegato i due legali in un incontro con i giornalisti nella sede del comitato elettorale di Paolo Romano, a Caserta – è stata presa “per evitare situazioni d’imbarazzo sia alla Presidenza del Consiglio Regionale, sia al partito”.

Secondo gli inquirenti l’esponente del partito di Angelino Alfano, nel corso di alcuni incontri con l’attuale direttore dell’Asl di Caserta, Paolo Menduni, avrebbe parlato di una sorta di “accordo politico” per spartirsi gli incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione regionale. Romano avrebbe anche esercitato pressioni e minacce verso Menduni per revocare le nomine fatte in precedenza dal dirigente.

Intanto, il procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, e il capo dell’Ufficio dei Gip, Gabriella Casella, respingono qualsiasi insinuazione sulla scelta intenzionale dei tempi di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Romano. Lembo e Casella si limitano a richiamare le dichiarazioni rese sulla questione dal vicepresidente del Csm, Michele Vietti, secondo ilquale la frequenza delle elezioni in Italia è tale che “se le iniziative della Magistratura dovessero tenereconto delle ricorrenze elettorali, non vedrebbero mai la luce”.

E precisano che i tempi di valutazione della richiesta di misure cautelari (circa tre mesi) sono “risultati deltutto congrui e fisiologici rispetto agli ordinari tempi di evasione delle richieste cautelari, alla complessitàdei fatti oggetto delle accuse contestate ed alla notevole mole, della documentazione acquisita edel materiale probatorio raccolto”.

“La misura cautelare – spiegano ancora il procuratore e il capo dei gip sammaritani – è stata disposta con assoluta tempestività,tenuto conto della complessità della vicenda, dei carichi di lavoro della Procura e dell’Ufficio Gip,sottodimensionati, quanto agli organici dei magistrati e del personale di cancelleria, rispetto al numero deiprocedimenti, anche di maggiore complessità e rilevanza sociale, che richiedono tutti, nelle varie fasiprocessuali, una sollecita definizione”.

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