Coppa Italia, scontri a Tor di Quinto. Colpi di pistola, 4 feriti

di Redazione

 Roma. Inizia nel segno della violenza la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, con la gara che viene posticipata di 45 minuti.

Tutto è cominciato nel pomeriggio,in via Tor di Quinto, durante l’afflusso allo stadio Olimpico, quando gruppi di tifosi napoletani hanno aggredito la polizia, facendo esplodere petardi contro gli agenti che scortavano i pullman dei supporter azzurri. Poi sono giunti anche dei colpi di pistola.

I feriti. Alla fine una decina i feriti, di cui tre tifosi napoletani colpiti dagli spari. Il più grave è un giovane di30 anni, Ciro Esposito, raggiunto al torace e a una spalla, ricoverato all’ospedale San Pietro sulla Cassia: in condizioni gravi (il proiettile ha raggiunto la colonna vertebrale) è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Un altro tifoso di 30 anni, Alfonso Esposito, colpito da un proiettile alla mano e a una spalla, è stato soccorso al Santo Spirito in codice rosso. Un terzo uomo, di32 anni, Gennaro Fioretti, è stato ferito in maniera più lieve a una mano da un colpo di pistola ed è ricoverato in codice giallo a Villa San Pietro.

Chi avrebbe sparato. Un altro ferito, il quarto, sarebbe il custode di un vivaio su viale di Tor di Quinto, ex tifoso romanista legato in passato agli ultrà di destra,che potrebbe aver sparato perché spaventato dalla presenza di un gruppo di persone. Sembra che la recinzione e il cancello d’ingresso siano stati forzati. Accanto all’uomo ci sarebbe stata la pistola e numerosi bossoli esplosi. La polizia scientifica è stata lungamente al lavoro nell’esercizio commerciale. Forse proprio da quel luogo sono partiti i colpi d’arma da fuoco che hanno ferito i tre tifosi napoletani.

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Tifosi “infiltrati”. Dopo la sparatoria, gruppi di teppisti armati di bastoni e a volto coperto hanno aggredito la polizia anche sotto al viadotto dell’Olimpica distruggendo due auto di servizio e un blindato. Le forze dell’ordine non escludono che ai violenti scontri possano aver partecipato anche ultrà della Roma infiltrati.

Blocco della circolazione. Una situazione che ha determinato il blocco della circolazione sulla Salaria, sulla Flamia e la Tangenziale, con decine di pullman di tifosi napoletani e fiorentini fermi tra i caselli di Roma Sud e Roma Nord. Scontri anche in provincia di Rieti, nell’area di servizio di Pongiano, dove un pullman di tifosi napoletani sarebbe stato aggredito da supporter viola. Tre tifosi azzurri sono stati feriti e medicati dai sanitari del 118.

Questura: “Cause occasionali”. Il ferimento di tre ultras del Napoli “non sembra essere collegato a scontri tra tifosi, ma avrebbe cause occasionali”. Lo sottolinea la Questura di Roma che conferma di aver recuperato una pistola presumibilmente usata per i ferimenti. Gli investigatori hanno ascoltato alcuni testimoni.

Hamsik parla con i tifosi. In serata, nello stadio, i supporter partenopei hanno ritirato tutte le bandiere e gli striscioni dagli spalti e hanno chiesto al club di De Laurentiis di non scendere in campo nel match con la Fiorentina. Il capitano azzurro, Marek Hamsik, si è messo sotto la curva nord per parlare con i tifosi. A quel punto è iniziato un lancio di petardi e fumogeni in campo che ha ulteriormente alzato il livello di tensione. Uno di questi ha colpito un vigile del fuoco. Anche Bigon, direttore sportivo dei partenopei, ha provato a calmare i tifosi in curva.Uno dei capi ultras del Napoli si è arrampicato su una grata dello stadio per parlare con il resto della curva: indossava una maglietta nera con la scritta ‘Speziale libero’, ovvero il tifoso del Catania condannato per la morte dell’agente di polizia Filippo Raciti nel tragico derby del 2007.

Fischi durante l’esecuzione dell’inno nazionale. Alla fine l’accordo per l’inizio della gara, con 45 minuti di ritardo. In un’atmosfera di tensione sono arrivati fischi all’Inno di Mameli cantato da Alessandra Amoroso.

 L’ok di “Genny ‘a carogna”. Gennaro De Tommaso è l’uomo che ha mediato con dirigenti e forze dell’ordine prima dell’inizio della finale di Coppa Italia. Ha trattato a nome della curva che era inizialmente contraria a giocare ed è conosciuto nell’ambiente come “Genny ‘a carogna”. De Tommaso sarebbe figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico Misso del Rione Sanità di Napoli. La sua leadership nella curva è nota da tempo: dapprima come capo del gruppo dei “Mastiffs” e successivamente alla guida dell’intera curva A del San Paolo. Seduto su una grata della curva Nord, il capo ultrà ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l’inizio dell’incontro, ritardato di 45 minuti dopo che la curva del Napoli, preoccupata per le notizie allarmanti sui tre tifosi partenopei feriti, sembrava contraria a che si iniziasse a giocare. È stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l’assenso all’inizio della partita quando i funzionari delle forze dell’ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare. Sulla sua t-shirt nera dell’ultrà vistose scritte in giallo “Libertà per gli ultras” sul retro, e “Speziale libero” davanti. Antonino Speziale è l’ultrà del Catania che sta scontando otto anni per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuto il 2 febbraio del 2007 durante i disordini che scoppiarono allo stadio “Massimino” di Catania in occasione di un derby col Palermo. C’è un precedente del novembre 2012 che vide protagonista l’attaccante del Cosenza Pietro Arcidiacono che dopo un gol esultò esibendo la maglia “Speziale innocente” salvo poi chiedere scusa alla vedova Raciti. Per quel gesto Arcidiacono fu punito con la misura del Daspo per tre anni.

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