Riapre il centro di salute mentale, ma i problemi restano

di Antonio Arduino

 Aversa. Sarebbe bastato un giorno di lavoro e circa duemila euro di spesa per evitare alla città di Aversa l’ennesima figuraccia a livello nazionale, perché così può essere definita a chiusura imposta dai Nas della sede provvisoria di viale Europa del centro di salute mentale che da assistenza a circa duemila utenti, …

… garantendo quotidianamente cure ad un centinaio di pazienti provenienti da Aversa e da tutti i comuni del circondario. Una chiusura imposta dalle condizioni di mancato rispetto delle norme di sicurezza e dalla mancata autorizzazione sindacale ad esercitare l’attività riscontrate dai carabinieri del Nas che ne hanno imposto la chiusura dopo soli 11 giorni dall’apertura della sede provvisoria, rendendone necessario il trasferimento in via Santa Lucia.

Una sede in cui non è stato possibile effettuare il servizio di assistenza 24 ore su 24 garantito dal centro, limitandone l’attività alla sola somministrazione dei farmaci. Un tipo di assistenza criticato da medici e personale sanitario che, per disposizioni aziendali, non hanno potuto denunciare apertamente le problematiche collegate al tipo cure che dovrebbero essere garantite ai pazienti e che non sarebbe possibile effettuare nemmeno nella sede provvisoria di viale Europa.

Perché quella sede è stata ricavata da un corridoio posto al piano terra di un complesso polispecialistico in cui sono presenti, tra gli altri, il consultorio materno infantile, l’ufficio vaccinazioni pediatrico, in uno spazio ricavato isolando il corridoio dal restante edificio. Creando così una sorta di corsia sulla quale si affacciano alcune stanze, una delle quali dotata di due posti letto disponibili per eventuali ricoveri. Una collocazione che ha reso impossibile le terapie di supporto a quella farmacologica effettuate con grossi risultati nella sede di palazzo Orabona di piazza Fuori Sant’Anna occupata per 12 anni dal centro.

Il costo gravoso del fitto, pari a circa ottomila euro mensili, aveva indotto la direzione dell’Asl a trasferire il centro in una sede di proprietà aziendale, individuata in un palazzetto di tre piani confinante con il poliambulatorio di viale Europa, abbandonato da oltre un decennio, che doveva essere ristrutturato. Il denaro c’era, l’edificio pure e c’era anche il tempo perché la disdetta della locazione era stata data 18 mesi prima della scadenza contrattuale ma la ristrutturazione del palazzetto, ad oggi, non è avvenuta. Da qui il trasloco, effettuato il 28 febbraio, nella sede provvisoria, chiusa solo dopo 11 giorni dai Nas.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati i lavori prescritti nel verbale dei carabinieri, compresa l’installazione di una uscita di emergenza, con apertura a tessera elettronica di cui saranno dotati solo i dipendenti del centro, che si affaccia nella sala d’ingresso del complesso poliambulatoriale.

Ora si aspetta solo l’autorizzazione sindacale per la riapertura di un centro di salute mentale che, comunque, non potrà assicurare tutte le cure fornite in passato. Per la cura della salute mentale che, negli ultimi 12 anni, ha portato Aversa ai vertici nazionali del settore è un salto all’indietro, un ritorno al passato, passato.

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