Campo di calcetto in Via Bachelet, una lettrice chiede chiarimenti al sindaco

di Antonio Arduino

 Aversa. “Poiché verba volant sed scripta manent, vorrei poter comunicare al sindaco di Aversa che lo aspetterò ogni sabato pomeriggio dalle 15 sino alle 15,15 vicino al campetto di via Bachelet”.

Si conclude così la mail trasmessa da una lettrice che chiede alla stampa di fungere da intermediaria per ottenere dal sindaco quell’appuntamento che le sarebbe stato negato dal personale municipale. Obiettivo, come spiega chiaramente nella mail che vi proponiamo, è sapere perché ai comuni cittadini non sarebbe possibile usare il campo di calcetto di via Bachelet che è ben tenuto cosicché, pur essendo stato realizzato con denaro pubblico, diventerebbe di fatto proprietà privata, mentre è possibile usare parco Grassia che rappresenta “il fallimento evidente di questa amministrazione”.

“Sono una residente di via Atellana e frequentatrice del famoso Parco Grassia nel quale conduco i miei piccoli pargoli nelle ore pomeridiane del sabato (quando sono libera dal lavoro). Non voglio assolutamente parlare delle condizioni igieniche e sanitarie di tale parco perché a mio parere rappresenta il fallimento evidente di questa amministrazione ma,marzullianamente parlando,mi faccio continuamenteuna domanda alla quale non riesco a dare una risposta: ad Aversa, in via Bachelet, questa amministrazione ha costruito un campo di calcio, con rete metallica, porte in ferro ed illuminazione spendendo i nostri soldi per un fine che non comprendo”.

“Tralasciando l’adiacenza del costruito ad una proprietà privatanon conforme a legge, sono circa due anni – ricorda la lettrice – che ci passo e non ho mai visto qualcuno utilizzarlo; in compenso ho notato che le condizioni manutentive sono sempre ottimali, quasi come un campo privato. Sono anche al Comune per chiedere come era possibile utilizzare tale struttura pubblica, ma i dipendenti mi hanno detto di non possedere le chiavi per l’accesso. Allora mi sono chiesta, delle due l’una: o si tratta di un campo privato o è il caso di mettersi in contatto con Striscia la Notizia perché questo è l’ennesimo esempio di sperpero di denaro pubblico e di cattiva gestione”.

 “Per ovviare al problema – continua la mail – ho chiesto al dipendente comunale di rompere i lucchetti e di fornirmi la chiave del nuovo perché quella struttura è anche mia avendone il diritto come cittadina Aversana”. “La mia – precisa – è stata chiaramente una provocazione verso il gentilissimo e rassegnatodipendente che mi ha fornito tutti i chiarimenti del caso, compreso la vicinanza di istituti scolastici privati che potrebbero fare richiesta di affidamento, giustificando quindi la costruzione, evidenziandomi anche che non era nelle sue possibilità fare ciò ma che si sarebbe allertato per verificare quanto anche a lui noto ed evidente”.

“Dopo pochi giorni – continua la lettrice – mi sono nuovamente recata al Comune e sapete il dipendente cosa mi ha risposto? Il sindaco ha le chiavi della struttura e nessuno può accedervi!”. “Da donna testarda – aggiunge – sono scesa nelle stanze del primo cittadino il quale, ovviamente, era impegnato in cose ben più importanti e non avrebbe mai potuto ricevere una comune cittadina per parlare dei bisogni della città”.

A questo punto si è accesa una luce, qualcuno ha suggerito alla lettrice di chiedere aiuto alla stampa. Da qui la mail che conclude: “Vorrei che poter comunicare al sindaco che io aspetterò ogni sabato pomeriggio dalle 15 sino alle 15,15 fuori al campetto questo signore che dicono abbia le chiavi (sai, manco fosse casa sua) per accedere a quell’area giochi tenuta molto meglio di quel Parco Grassia di cui sopra”.

“Magari nell’occasione, oltre alle chiavi di una struttura anche mia, gli chiederò il costo della stessa e per quanti anni, con gli stessi soldi, si sarebbe potuta effettuare una manutenzione discreta a quel parco che potrebbe essere polmone e sfogo per tanti bambini e famiglie della periferia di Aversa”, conclude la lettrice.

Giriamo la mail al sindaco, certi che le darà risposta ma, ad ogni buon conto, sappia la lettrice che il catenaccio del cancelletto d’ingresso al campetto non c’è più, qualcuno deve avere fatto tesoro dell’idea data al dipendente comunale e deve averlo eliminato.

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