Dal teatro alla fiction, “viaggio” nella carriera di Mariella Di Lauro

di Redazione

 Trentola Ducenta. Mariella Di Lauro nasce a Roma per caso, il padre Salvatore, impiegato statale, aveva vinto un concorso che lo costringeva a trasferirsi dal paese natio, Trentola Ducenta in provincia di Caserta, non ancora Terra dei Fuochi, verso l’ambita capitale.

Trasferire una famiglia numerosa, Mariella infatti è la quarta di cinque figli,non era cosa semplice all’epoca, soprattutto quando i primi tre figli, nati a distanza di un anno l’uno dall’altro, Rosita, Raffaele e Roberto, frequentavano ancora i primi anni delle scuole elementari. Per cui il tempo di nascere Mariella e la sua famiglia ritornano al paese dove il papà intraprende una brillante carriera politica che lo porterà ad incarnare l’anima socialista e la coscienza dell’opposizione moderata, importante per un paese agricolo e conservatore in via di sviluppo.

Però lei, maggiorenne, decide di realizzare il suo sogno: tornare a Roma per fare l’attrice e narrare attraverso la propria fisicità ed il proprio volto le immagini e le fantasie che già incarnava nel cortile di casa, al paese, insieme ad un folto nugolo di bambini di ogni età, tra l’albero di limone trasformato all’occorrenza in un cavallo, gli stracci presi a prestito dalla soffitta e i rimproveri dei genitori nella “controra” dedicata normalmente al riposo.

Il trasferimento definitivo nella capitale ha determinato scelte abbastanza rigide per lei, più per definizione di obiettivi che per sentimento legato sempre e comunque alla amata terra: laurearsi in lettere discipline dello spettacolo con il massimo dei voti e lavorare nel contempo per mantenersi agli studi.

Raffaele Di LauroRoma, si sa, è una città che dà e toglie, “la grande bellezza” di cui ti rende partecipe può diventare anche sinonimo di dispersività e inconcludenza. Così l’esperienza universitaria la mette in contatto con i grandi professionisti dello spettacolo, soprattutto quelli teatrali, come Dario Fo, Peter Stein, Alessandro Benvenuti, Carlo Quartucci, Nikita Michalkov, Marcello Mastroianni per i quali lavorerà anche come aiuto regista e in alcuni casi assistente attrezzista e scenografa.

Il lavoro cinetelevisivo arriverà come secondo amore, il primo, quello per il teatro, è infatti vissuto come una sorta di ritorno alle origini, di ascolto dell’anima, quella che ti permette l’autenticità, il lavoro di gruppo, il confronto. Poi il successo, seppur breve, grazie alla parte da protagonista nel ruolo di “Maria” nel film Ma non per sempre prodotto dal conterraneo Massimo Troisi con Elena Sofia Ricci e Massimo Dapporto, vincitore del Premio del Pubblico al festival di Annecy, in Francia, e con la Piovra 6 per Rai 1 nel ruolo di “Nina”, con Vittorio Mezzogiorno e Patricia Millardet.

Gli anni volano ma il tempo è uno scultore diceva Marguerite Yourcenar: “Tutto scorre. L’anima che assiste, immobile, al passare delle gioie, delle tristezze e delle morti, di cui è fatta la vita, ha ricevuto la grande lezione delle cose che passano”. Mariella si scopre anche autrice e pubblica con la “Newton & Compton” un saggio sulla poetica filmica di Massimo Troisi…e tra grandi lezioni di vita le arriva anche la proposta di partecipare al film corale per Rai 1 Per amore del mio popolo sulla storia tragica ed epica di don Peppe Diana, come la sua famosa omelia-denuncia prima di essere ucciso nel 1994. Nel film in due puntate, con protagonista Alessandro Preziosi, interpreta la madre di “Mariella”, la ragazza di Casal di Principe che decide di rimanere nella sua terra e lottare per la libertà.

Lei dedica questa occasione al padre Salvatore, che non c’è più, dal quale ha ereditato la grinta e la voglia di combattere al fratello Raffaele Di Lauro (nella foto), attualmente impegnato sul territorio con rara passione civile e a tutti i conterranei che lottano per un mondo migliore.

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