Pirateria audiovisiva, truffa da 250 milioni: 16 arresti

di Redazione

 Roma. Oltrecento finanzieri del comando provinciale di Roma, insieme a decine di colleghi di altre 23 provincie, hanno dato esecuzione in Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, ad oltre 100 perquisizioni, 16 ordinanze di custodia cautelare, …

… e al sequestro di 164 conti correnti, 46 obbligazioni finanziarie, 34 titoli al portatore, 8 cassette di sicurezza, 38 fondi di investimento, 56 auto e moto di lusso, uno yacht di 15 metri e 71 prestigiose proprietà immobiliari e terriere per un valore pari a 252 milioni di euro.

Per smascherarli i militari del Gruppo di Fiumicino, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, partendo da un’indagine su clan camorristici specializzati nella pirateria audiovisiva, risalendo la filiera, si sono successivamente concentrati su alcune aziende italiane ed estere dedite ad introdurre nel territorio nazionale ingentissimi quantitativi di cd e dvd vergini destinati sia alla criminalità partenopea che alla grande distribuzione.

L’analisi delle operazioni commerciali ha messo in luce il ruolo di alcune società solo in apparenza regolari, di fatto “cartiere”, riconducibili a due “facoltosi” imprenditori toscani (evasori totali), amanti della bella vita. Centinaia di perquisizioni, migliaia di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali hanno nel tempo consentito di sequestrare 23 milioni di cd/dvd “vergini”, oltre a copiosa documentazione contabile e, successivamente, di smascherare un radicato sodalizio transnazionale specializzato in maxi frodi fiscali e in truffe aggravate ai danni dello Stato (Ente pubblico Siae). Attraverso l’utilizzo di fatture false, predisposte ad hoc da esperti commercialisti e consulenti tributari, le società “cartiere”, prive di sede reale e di contabilità, venivano fatte apparire come “solide” e “regolari”.

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La merce, formalmente esportata al di fuori del territorio nazionale, veniva di fatto distribuita in Italia, scortata da documenti di trasporto taroccati, il tutto in totale evasione d’imposta. L’articolato schema fraudolento, grazie all’omesso pagamento di 156 milioni di euro di diritti d’autore dovuti alla Siae (26 centesimi di euro per ogni cd e 50 centesimi di euro per ogni dvd), consentiva non solo alle aziende campane in odore di camorra ma anche a soggetti operanti nella grande distribuzione di ottenere la merce a prezzi inferiori a quelli di mercato, sbaragliando in tal modo la concorrenza.

Tra i 16 destinatari di misure restrittive personali spiccano nomi eccellenti, tra cui i vertici della V.I. spa (società leader nel settore dei supporti informatici e delle memorie di massa), due noti imprenditori toscani (M.L. e M.F., soggetti apicali del gruppo), oltre a diversi commercialisti, consulenti tributari e faccendieri.

Le indagini, coordinate da Catello Maresca, della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, conclusesi con l’emissione di 47 provvedimenti cautelari personali e reali da parte del giudice delle indagini preliminari, Giuliana Taglialatela del Tribunale di Napoli, hanno permesso di smantellare l’agguerrito sodalizio criminoso, basato su una rigida suddivisione dei ruoli. La complessa operazione, denominata “Virgin”, grazie ai milioni di euro di beni sotto sequestro, permetterà di saldare i conti con l’Erario.

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