Nel 2015 l’Italia peggio della Grecia: la Bce intervenga subito

di Mena Grimaldi

 Roma. L’Italia come la Grecia e l’anno prossimo andrà anche peggio. Nel 2014 l’economia italiana andrà come quella della Grecia e, peggio di queste, faranno solo Finlandia, Slovenia e Cipro.

Sono le previsioni contenute nel World Economic Outlook (Weo), il rapporto sull’economia globale redatto dal Fondo monetario internazionale. Secondo le previsioni del Fmi l’economia dell’Eurozona tornerà a crescere, seppur di poco, nel 2014, anno in cui farà registrare un +1.2%.

Mentre meglio farà l’economia globale che crescerà del 3.6%. Nel suo documento il Fondo Monetario torna quindi a chiedere alla Bce un maggior allentamento monetario per favorire la crescita, ancora troppo debole, ed indica l’unione bancaria come riforma fondamentale per scongiurare future crisi.

In una quadro sostanzialmente positivo, almeno rispetto al recente passato, l’Fmi non esclude un rischio ricaduta per l’Europa, rischio cui assegna un non indifferente 20% di possibilità di verificarsi.

Tagliate infine le stime di crescita dell’economia russasu cui pesano i recenti sviluppi sul frontedell’Ucraina e i relativi rischi geopolitica. In Italia la ripresa è in corso ma il “potenziale di crescita resta basso”.

E’ quanto ha dichiarato Thomas Helbling, a capo della divisione del Fondo monetario internazionale dedicata agli studi economici mondiali e parte del dipartimento di ricerca.

“C’è un insieme definito di riforme strutturali per le quali il Fondo ha fatto pressioni e che comprendono riforme del lavoro, tasse sul lavoro più basse e una pubblica amministrazione più efficiente”, ha aggiunto Helbling parlando nella conferenza stampa a commento della pubblicazione dei capitoli uno e due del World Economic Outlook.

Secondo l’Fmi, le alternative che il governatore Mario Draghi ha a disposizione comprendono un “ulteriore taglio dei tassi di interesse, inclusi tassi sui depositi (presso l’Eurotower) lievemente negativi”. Il Fondo cita anche “misure non convenzionali, comprese operazioni di rifinanziamento di lungo termine (possibilmente mirate alle piccole e medie imprese)”.

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