Garlasco, a fine mese la decisione sulla riapertura del processo

di Mena Grimaldi

 Milano. È attesa per il prossimo 30 aprile la decisione della Corte d’assise d’appello di Milano sulla riapertura del dibattimento nel processo a carico di Alberto Stasi, imputato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi.

Solo allora, dunque, si saprà se il processo di Garlasco si arricchirà di nuove perizie. Nell’udienza di mercoledì la difesa di Stasi, rappresentata dal professor Angelo Giarda e da Giuseppe Colli, ha insistito sull’inutilità di richiedere nuovi esami, già in parte eseguiti nei primi due gradi di giudizio, e i cui risultati non cambierebbero il quadro di insieme.

Una richiesta cui, nelle repliche, il pg Laura Barbaini e l’avvocato di parte civile Gian Luigi Tizzoni hanno ribattuto punto su punto, a partire dall’istanza di sequestro della bicicletta custodita nell’officina della famiglia Stasi, simile a quella vista da una vicina dei Poggi il 13 agosto 2007, la mattina del delitto.

E nel nuovo processo d’appello, l’accusa e i genitori di Chiara chiedono anche che venga analizzato il capello trovato nella mano della 26enne, così come venga ripetuta e integrata la camminata all’interno della villetta di via Pascoli per dimostrare l’impossibilità per Alberto di non sporcarsi le scarpe quando ha scoperto il corpo senza vita della fidanzata.

Nuove consulenze, in qualche modo indicate dalla stessa Cassazione che ha rispedito gli atti a Milano, su cui i giudici si sono riservati. La Cassazione aveva annullato l’assoluzione di Stasi in secondo grado.

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