Frana Courmayeur, Gabrielli rassicura: “Iper monitorata”

di Redazione

 Courmayeur. Continua a far paura la frana sul versante nordoccidentale del Monte La Saxe, a Courmayeur, in Valle d’Aosta.

Dall’8 aprile scorso 80 abitanti del villaggio La Palud sono stati evacuati e non possono rientrare a casa per ragioni di sicurezza. Lo smottamento continua a scivolare a valle a una velocità media di oltre 4 metri al giorno. In giornata è arrivato in Valle d’Aosta il capo della Protezione civile Franco Gabrielli che, incontrando le autorità locali, ha assicurato che lo smottamento è “iper-monitorato” e che non c’è pericolo per la popolazione.

Nella notte di lunedì 21 aprile un maxi-crollo di circa 20 mila metri cubi di roccia e pietre dal Monte ha fatto attivare la procedura di emergenza che ha comportato la chiusura del Traforo del Monte Bianco per quasi due ore in via precauzionale. I tecnici al lavoro nell’area hanno potuto valutare solamente alle prime luci dell’alba l’entità dello smottamento notturno, il più imponente dall’avvio dell’emergenza di Courmayeur.

Nella mattinata di martedì 22 aprile il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha effettuato un sopralluogo, sorvolando la zona della frana.

Il prefetto ha incontrato le autorità locali, il presidente della Regione Augusto Rollandin e il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard, e gli 80 sfollati di La Palud. Il prefetto Gabrielli ha partecipato anche all’avvio dei lavori del cantiere per la costruzione del vallo che, nell’arco di qualche mese, dovrà proteggere l’abitato e contenere la frana, quando dovesse cadere, limitando i danni nel caso di uno smottamento più consistente.

“Il vallo di protezione – ha spiegato Derriard – sarà lungo 750 metri con base di 20 e altezza massima di 9: è un’opera di protezione passiva per garantire la sicurezza della popolazione in caso di crollo”. Le persone che sono a Courmayeur, ha insistito il primo cittadino, “sono assolutamente al sicuro: la porzione di territorio interessata alla frana è chiusa e non c’è timore nelle altre zone”.

Quella che si sta scrivendo è “una bella pagina di Protezione Civile. Mi rendo conto che ci sono 80 persone che vivono un disagio, ma questa vicenda rappresenta come dovrebbe essere l’azione di un maturo sistema di protezione civile”. Così Gabrielli ha commentato le operazioni in corso al termine della riunione tecnica con le squadre all’opera nell’area. I rischi di un eventuale crollo non riguarderebbero solo la popolazione, già sfollata a scopo preventivo, ma “provocherebbero disagi alla viabilità internazionale del vicino Traforo del Monte Bianco”, ha aggiunto Gabrielli, sottolineando come la frana interessi la zona da 15 anni e sia una delle più monitorate d’Italia.

Incontrando la stampa, Gabrielli ha voluto ribadire che “il messaggio che deve partire è che Courmayeur non è off limits perché la frana è iper monitorata e si può venire qui in estrema sicurezza”. “A Courmayeur – ha proseguito il capo della protezione civile – c’è un pezzo di paese che sta facendo prevenzione”.

Gabrielli ha poi voluto ricordare che “nel nostro paese sono stati censiti 480 mila sistemi franosi ma considerando che non tutti i fenomeni sono stati censiti il dato di riferimento è quello di due milioni di sistemi franosi, di questi un centinaio del tipo della frana di La Saxe”. “Secondo alcuni studi – ha aggiunto – per mettere in sicurezza il territorio italiano dal punto di vista idrogeologico sarebbero necessari 40 miliardi di euro e credo che la cifra sia stata calcolata per difetto”.

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