Fitch: “La recessione in Italia è conclusa”

di Redazione

 Roma. In Italia la recessione è conclusa. L’agenzia di rating Fitch, che giudica la solvibilità del nostro debito e quindi l’affidabilità del rischio paese, disegna scenari positivi sul futuro della nostra economia.

Migliora l’outlook sul rating sovrano dell’Italia da ‘negativo’ a ‘stabile’ e conferma la valutazione BBB+. Una decisione, spiega l’agenzia americana in un comunicato, che riflette una serie di fattori, ovvero la fine del prolungato periodo di recessione, il miglioramento delle condizioni di finanziamento, la riduzione dei rischi derivanti dal settore finanziario e le aspettative di un rafforzamento del surplus di parte corrente del paese.

“Il rating sovrano dell’Italia ha beneficiato di un significativo miglioramento delle condizioni di finanziamento, a partire dalla metà del 2012”, scrive Fitch, sottolineando che il tasso medio di emissione per il Tesoro italiano è sceso al minimo storico dell’1,6% nel primo trimestre di quest’anno. “Inoltre, l’Italia ha dimostrato flessibilità finanziaria e capacità di recupero durante la crisi dei debiti sovrani”.

Per quel che riguarda lo stato di salute del settore finanziario italiano, l’agenzia sottolinea la riduzione dei rischi fiscali, grazie alla capacità mostrata dalle grandi banche di approfittare del miglioramento delle condizioni di mercato per rafforzarsi dal punto di vista del capitale, in vista dei test della Bce, con circa 10 miliardi di aumenti di capitali annunciati.

Fitch prevede poi un ulteriore allargamento del surplus delle partite correnti del paese nel corso del 2014 “grazie ad un rafforzamento della domanda per l’export, non ultimo dai partner della zona euro, mentre le importazioni rimarranno moderate a causa della debolezza della domanda interna”.

Fitch ha confermato anche il rating di breve periodo a F2. Sul fronte politico l’agenzia nota che il nuovo governo Renzi “ha annunciato un’agenda di riforme strutturali con una tabella di marcia ambiziosa e confermato (…) l’impegno del precedente governo al rispetto dei parametri fiscali della zona euro, in particolare il mantenimento del deficit sotto il 3% del Pil nel 2014 e di un piano di consolidamento fiscale nel medio termine”.

L’agenzia internazionale conclude affermando che un’azione positiva sul rating italiano potrebbe essere innescata da una stabilizzazione del rapporto debito/Pil, e dalla crescente fiducia sul fatto che tale paramento sia messo saldamente su un sentiero di discesa e da una sostenuta e ampia ripresa dell’economia. Al contrario, tra i fattori di rischio per il rating, l’agenzia cita l’instabilità politica e la possibilità che questa porti ad un indebolimento dell’impegno al consolidamento fiscale e, in genere, misure o shock che possano compromettere la fiducia sugli obiettivi di riduzione del debito.

Dal 2006 Fitch ha declassato quattro volte il rating sovrano italiano, portandolo da AA all’attuale BBB+, con un downgrade complessivo di 5 ‘notch’. L’attuale valutazione – raggiunta a seguito dell’ultimo downgrade, del marzo 2013 – è tre gradini sopra l’area ‘non investment grade’. Già Moody’s, in febbraio, aveva migliorato a ‘stabile’ da ‘negativo’ l’outlook sul rating Baa2 dell’Italia, mentre due settimane fa Dbrs ha confermato la sue valutazione a (low) con outlook negativo.

Il prossimo pronunciamento sul rating sovrano italiano sarà quello di S&P il 6 giugno (S&P ha BBB con outlook negativo), seguito il 13 giugno da un nuovo pronunciamento di Moody’s. Fitch tornerà invece ad esprimersi sull’Italia il 10 ottobre.

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