Roma. “Trenitalia ha comunicato al Ministero dei Trasporti la sua intenzione di sospendere l’effettuazione in regime di mercato (senza sovvenzioni pubbliche)” per altri dieci treni Intercity che presentano “un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, con perdite rilevanti”, considerata “l’insostenibilità di questa situazione”.
E ha evidenziato al Ministero “l’opportunità di inserirli nell’ambito del contratto di servizio in essere, sostenendone l’onere, analogamente a quanto avviene per gli altri intercity”. A dirlo è stato il sottosegretario ai trasporti e infrastrutture Umberto Del Basso De Caro rispondendo ad un’interpellanza urgente alla Camera.
I 10 treni intercity in questione riguardano i passeggeri di nove regioni: Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Liguria, Umbria e Campania. La maggior parte dei treni Intercity di Trenitalia rientra nel servizio universale, ma una quota è attualmente ‘a mercato’: per questi ultimi, ha precisato De Caro, “la programmazione è effettuata direttamente da Trenitalia che per i servizi effettuati con la predetta quota di treni Intercity ha lamentato un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, pari a poco meno di 30 milioni di euro l’anno”.
Viste le segnalazioni sul tema, ha spiegato De Caro secondo quanto si legge nei resoconti stenografici della Camera, è stato “attivato un tavolo di confronto con le singole regioni interessate e Trenitalia”. E l’azienda del Gruppo Fs ha manifestato la “disponibilità e l’impegno a mantenere i suddetti Intercity a mercato almeno fino al mese di giugno, cioè fino al nuovo orario estivo”.
“Se gli Intercity fossero rami secchi, e così non è, lo sarebbero solo perché ce li hanno fatti diventare, mettendoli in orari improbabili, con orari d’arrivo inutilizzabili”, è il duro commento di Codacons, che definisce “una vergogna” la soppressione da giugno deit treni.