Dl Lavoro, la Camera dà la fiducia al governo

di Redazione

 Roma. Il governo incassa la fiducia alla Camera con 344 voti favorevoli e 184 contrari e riesce così a far passare il decreto lavoro, ma le prime crepe nella maggioranza restano e dovranno essere affrontare quando il testo approderà al Senato.

Dopo il lungo vertice alla Camera per mediare le posizioni del Pd e di Ncd, martedì il governo si era visto costretto a bilndare il provvedimento con la fiducia. Ncd e Sc hanno votato a favore (“per un senso di responsabilità”, hanno spiegato) ma promettono battaglia al Senato. Poco prima del voto, il ministro Poletti si era detto comunque convinto di essere “nelle condizioni di chiudere”.

Renzi risponde a Grillo sugli 80 euro. Il premier Renzi, intanto, su Twitter, prima di rispondere alle domande degli utenti, ha replicato alle critiche di Grillo e 5 stelle sul Dl bonusA dominare la giornata politica è stato dunque il primo round sul jobs act, che si chiude con 5 proroghe per i contratti a tempo determinato, l’obbligo di assunzione del 20% degli apprendisti per le aziende sopra i 30 dipendenti e il ritorno ai corsi pubblici (che dovranno essere garantiti dalle regioni). Ecco il testo del decreto Lavoro su cui il governo ha ottenuto la fiducia.

Contratti a termine, 5 rinnovi in 3 anni. Il decreto estende da 1 a 3 anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell’assunzione. Il testo approvato dal governo prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi, la commissione ha abbassato il tetto a cinque proroghe. I lavoratori ‘a termine’ non possono però essere in ciascuna azienda più del 20% degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). La commissione ha previsto che se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato. Le norme si applicano alla somministrazione di lavoro a tempo determinato.

Diritto di precedenza donne in maternità. Il congedo maternità potrà concorrere a determinare il periodo minimo di sei mesi di attività perché la lavoratrice acquisisca un diritto di precedenza per contratti successivi presso la stessa azienda.

Apprendistato semplificato. La commissione ha ripristinato l’obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione. Per le aziende con più di 30 dipendenti c’è l’obbligo di assumere il 20% degli apprendisti: la percentuale è ridotta rispetto al passato, ma il testo originario del governo l’aveva del tutto eliminata.

Semplificazione Durc. Viene ‘smaterializzato’ il Durc (Il documento unico di regolarità contributiva che attesta l’assolvimento, da parte dell’impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa Edile) con una semplificazione degli adempimenti burocratici richiesti alle imprese per la sua acquisizione.

Contratti di solidarietà. Potranno essere stabiliti con decreto interministeriale i criteri per individuare i datori di lavoro beneficiari della riduzione contributiva in caso di ricorso al contratto di solidarietà. E vengono incrementate le risorse finanziarie per tale finalità, a decorrere dal 2014, con un limite di spesa di 15 milioni (contro i 5,6 mln precedenti).

Proroga per personale scuole comunali. Il decreto prevede la possibilità di rinnovare o prorogare di un anno (fino al 31 luglio 2015) i contratti a tempo determinato del personale educativo e scolastico di asili nido e materne comunali.

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