Def, sì al rinvio del pareggio di bilancio al 2016

di Redazione

 Roma. Disco verde al Documento di economia e finanza. Senato e Camera hanno votato la risoluzione di maggioranza al Def e hanno dato l’ok al rinvio al 2016 del sostanziale pareggio di bilancio, attivando per la prima volta la procedura di deroga prevista dal nuovo articolo 81 della Costituzione.

“La ripresa economica, ancora fragile, si associa a condizioni di liquidità delle imprese ancora lontane da livelli accettabili. La situazione del mercato del lavoro rimane molto difficile”, ha detto in Senato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, illustrando le ragioni che rendono necessario allungare i tempi di risanamento del bilancio. Il governo ha così formalizzato il rinvio inviando a Bruxelles una lettera, i cui contenuti sono stati diffusi nella giornata di mercoledì, così come la risposta della Commissione europea, che suona come una semplice presa d’atto.

Nell’ammettere deviazioni dal pareggio in presenza di “eventi eccezionali” come periodi di “grave recessione economica”, l’articolo 81 obbliga il governo ad ottenere l’appoggio delle Camere con un voto a “maggioranza assoluta”.

Il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza con 170 voti favorevoli su 320 componenti (compresi i senatori a vita). A Montecitorio i sì sono stati 373 su 630 deputati. L’Italia si era impegnata con la Commissione europea a raggiungere e mantenere dal 2014 un disavanzo entro lo 0,5% del Pil, al netto del ciclo economico e delle una tantum.

Rispettare gli impegni avrebbe richiesto una manovra correttiva di mezzo punto percentuale, anziché di 0,2 punti come prevede il Documento di economia e finanza (Def). Il nuovo quadro programmatico indica il saldo strutturale a -0,6% del Pil nel 2014 e a -0,1 nel 2015. Il pareggio pieno slitta di un anno al 2016.

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