Berlusconi ai servizi sociali in centro anziani. Avra’ agibilità politica

di Redazione

 Milano. Come da previsioni, il tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso a Silvio Berlusconi l’affidamento in prova ai servizi sociali come pena alternativa alla condanna a quattro anni (tre coperti da indulto) nel processo Mediaset per frode fiscale.

Per un anno (che potrebbero diventare dieci mesi e mezzo, se dopo sei mesi, Berlusconi otterrà lo sconto di pena previsto di 45 giorni) l’ex premier è stato assegnato alla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, un istituto per anziani, dove dovrà recarsi almeno una volta alla settimana e per un tempo non inferiore a quattro ore consecutive.

Evitati, quindi, i domiciliari, il leader di Forza Italia potrà concentrarsi sulla prossima campagna elettorale per le Europee del 25 e 26 maggio. Nelle prescrizioni che l’ex premier dovrà seguire – scrive in un comunicato il presidente del tribunale di sorveglianza, Pasquale Nobile de Santis – il leader di Forza Italia “non potrà (salvo specifiche autorizzazioni) lasciare la Lombardia ma è autorizzato, come da sua richiesta, a recarsi a Roma, presso il domicilio da lui indicato, dal martedì al giovedì, con rientro al suo domicilio in Lombardia, entro le ore 23 del giovedì stesso”. Le modalità dell'”attività socialmente utile di volontariato” che Berlusconi svolgerà in base all’articolo 47 della legge sull’ordinamento penitenziario, sono definite nelle prescrizioni stabilite dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione pene esterne che sovrintende all’affidamento in prova ai servizi sociali.

Ma alla fine ciò che conta, per l’ex presidente del consiglio, nonè tanto il luogo prescelto dal tribunale per portare a termine il percorso di ravvedimento, quanto l’ampio raggio d’azione concesso. Vero che dovrà recarsi 46 volte in un anno dagli anziani della Fondazione Sacra Famiglia, tuttavia ha ottenuto l’autorizzazione di spostarsi tra Milano e Roma, dove potrà restare da martedì a giovedì. E qui potrà svolgere l’attività politica, dedicarsi alla composizione delle liste e alla campagna elettorale. Insomma, l’agibilità politica, preziosa a cinque settimane dalle elezioni europee, è assicurata.

Attraversoi suoi difensori Franco Coppi e Niccolò Ghedini, Berlusconi aveva chiesto di essere affidato a una struttura, ancora in via di ultimazione a opera di società dell’orbita berlusconiana, per il recupero di persone con disabilità fisiche o mentali, e collocata a Macherio o ad Arcore,nelle vicinanze della sua residenza. Ma i giudici, coadiuvati da due esperti di criminologia e diritto penitenziario, Livia Guidali e Federica Brunelli, hanno optato per la struttura indicata dall’Uepe e consigliata anche dal sostituto procuratore generale Lamanna nel suo parere favorevole all’affidamento.

Intanto, la Cassazione, nel confermare il verdetto di merito, haritenutoi due anni di interdizione dai pubblici uffici a carico di Berlusconi “correttamente motivatiin considerazione della gravità della vicenda, compreso il peso dei reati prescritti. La Suprema Corte ha definito “insostenibile” la tesi dei legali dell’ex premier secondo i quali non dovevano essere valutati i reati prescritti. In maniera “coerente”, scrivono i giudici di piazza Cavour, la Corte di Appello di Milano “ha preso in esame, oltre che la gravità del fatto riferita alle condotte non estinte per prescrizione, anche la personalità dell’imputato da valutarsi globalmente tenendo conto dei precedenti penali e giudiziari nell’ambito dei quali rientravano le condotte per fatti ormai estinti per prescrizione”.

La sanzione penale accessoria dell’interdizione e l’incandidabilità sono due misure “che ben possono essere applicate contestualmente, avendo come riferimento fonti normative diverse”, scrive la Corte di Cassazione. Non si può dunque parlare di “cumulo delle sanzioni”, come indicato dalla difesa dell’ex premier. “Per effetto della decisione del Senato”, spiega la Suprema corte riferendosi all’applicazione della Legge Severino, Berlusconi “ha perduto per la durata di sei anni con decorrenza dal 27 novembre 2013 il proprio diritto all’elettorato attivo e passivo. La perdita del medesimo diritto derivante dalla disposizione codicistica in tema di interdizione dei pubblici uffici ha durata biennale decorrente dalla data in cui viene definita la sanzione accessoria”. Tuttavia, precisa la Cassazione, “per tale arco temporale, la limitazione dei diritti di elettorato dell’imputato è unica, pur essendo diverse le fonti normative di riferimento: il che esclude il prospettato cumulo delle sanzioni che rende, dunque, del tutto superfluo il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia”.

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