San Cipriano. Domenica 13 aprile si terrà la rappresentazione della passione e morte di Cristo, che a San Cipriano viene chiamata La processione di Gesù Morto.
Una tradizione che ritorna dopo 14 anni di assenza. Lelemento centrale della processione è la figura di Gesù Cristo che trascina una croce in legno, frustato da due soldati e seguito dal cireneo e dai due ladroni. Mentre la processione prosegue, un gruppo di donne vestite a lutto ed accompagnate dalla banda musicale, intona due canti struggenti: Ma che ti feci e Già condannato il figlio. Un momento sentito e unico, frutto di una tradizione tutta sanciprianese, tramandata oralmente di generazione in generazione.
Lavvocato Gennaro Di Bonito, membro del Comitato Via Crucis e socio dellassociazione San Cipriano nel Cuore, afferma: Dopo il grande lavoro fatto lanno scorso, questanno non ci restava altro che migliorare le varie scene della processione che un po per tempo, un po per mancanza di fondi lanno scorso non è stato possibile fare. Siamo passati da i circa 200 personaggi dellanno scorso agli oltre 300 di questanno.
Antonio Diana, referente di Libera a San Cipriano DAversa, commenta: La Passione di Cristo è un evento vissuto intensamente da tutto il paese fino allepilogo della domenica delle Palme, che vede San Cipriano dAversa trasformarsi in una piccola Gerusalemme con migliaia di persone che dai paesi limitrofi accorrono ad assistere alla straordinaria rappresentazione, ed è per questo che abbiamo accettato con entusiasmo linvito a collaborare, lavorando in sinergia con giovani ed organizzatori storici al fine di preservare questo patrimonio culturale del nostro paese.
Lavvocato Michele Pagano, socio dellassociazione San Cipriano nel Cuore e del Comitato Via Crucis, poi spiega: Questanno tante novità ci saranno allinterno della processione, è stato fatto un grande lavoro, tutto grazie allaiuto dei soci della nostra associazione e di volontari, come Pasquale De Luca, Gianluca Lattanzio, Vincenzo Manfredi, Alfonso Caterino, Dino Manfredi, Luigi Della Gatta, Francesco Di Stefano, delle sarte che con la loro pazienza seguono le direttive di Enrico Coppola e Salvatore Di Stefano, storici organizzatori della Via Crucis. Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che ci hanno sostenuti sia economicamente che moralmente, perché anche in un periodo di crisi come questo tutti hanno contribuito secondo le proprie disponibilità, segno che la manifestazione è molto sentita. Stiamo cercando di dare un patrimonio culturale ai giovani del nostro paese con la speranza che fra qualche anno San Cipriano non sia ricordata solo come teatro di camorra ma come un paese in cui vivono tradizioni popolari e culturali forti.