Elezioni, disastro Pd: “boicottata” la candidatura di Sglavo

di Antonio Taglialatela

 Carinaro. “Schifato”. Questo, almeno secondo i “rumors”, sarebbe lo stato d’animo di Angelo Sglavo a dieci giorni dalla presentazione delle liste per le amministrative di Carinaro.

Lo storico esponente della sinistra casertana, attualmente consigliere provinciale, si era dimesso dal Consiglio comunale nel giugno 2011, un anno dopo l’elezione al parlamentino di corso Trieste. L’intenzione era quella di non partecipare più alle comunali, dopo diverse consiliature, e di ritirarsi dalla politica una volta terminata l’esperienza in Provincia. E così doveva essere fino a quando il suo partito, il Pd, si è rivolto a lui per eliminare lo stallo creatosi nel direttivo cittadino che non riusciva a trovare la sintesi per individuare il prossimo candidato sindaco del centrosinistra.

A quel punto, anche in virtù del suo background comunista, non ha potuto fare a meno di rispondere alla “chiamata” di un partito in difficoltà. Avuto il “la”, quasi tutti i componenti del direttivo tenevano un incontro con Sglavo per convincerlo ad accettare la candidatura a successore di Mario Masi. E il consigliere provinciale, pur con qualche remora, stava quasi per dare il suo placet, a patto che il partito, o la coalizione, presentasse una lista costituita in gran parte da giovani, con l’aggiunta di candidati che vantassero esperienza amministrativa.

E poi? E poi lo sfacelo. Alla notizia di “Sglavo sindaco”, stando a quanto riferiscono fonti vicine al Pd, sarebbe stata posta in essere un’operazione di “boicottaggio politico” che ha spinto il professore a rinunciare alla candidatura e a confermare la decisione di ritirarsi, proseguendo esclusivamente l’incarico in consiglio provinciale. “Non posso sottostare a beceri personalismi ed essere etichettato come colui che spacca il partito”, avrebbe detto Sglavo, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali.

Anche Carinaro, dunque, palcoscenico del fallimento dei partiti, ormai in preda a contrasti interni e all’incapacità di offrire valide risposte ai bisogni dei cittadini.

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