Distributori, bar e auto blindata: sequestrati beni al boss “McKay”

di Redazione

 Napoli. Beni immobili e rapporti finanziari, per un “notevole valore economico”, sono stati sequestrati, martedì mattina, dalla Guardia di Finanza, al boss Gennaro Marino, detto “McKay”, tra i protagonisti della terza faida di Scampia del 2012 e condannato a 16 anni di reclusione.

Su ordine del gip, le Fiamme gialle del comando provinciale di Napoli hanno sottoposto a sequestro preventivo beni immobili, quote societarie, rapporti bancari, fondi di investimento formalmente intestati a svariati soggetti legati alla famiglia Marino e ai quali è stato contestato il delitto di interposizione fittizia dei beni.

Fra le società oggetto del provvedimento ce ne sono tre che gestivano impianti di distribuzione di carburante nel quartiere Posillipo e nel comune di Arzano. Accertata la riconducibilità al clan anche di due bar e di due società di import export di prodotti di elettronica, dislocati in città e in provincia di Napoli.

Ci sono poi una società immobiliare operante a Napoli e solo fittiziamente intestata al cognato di Marino, la quale è risultata titolare di svariati immobili e di un’autovettura blindata utilizzata per gli spostamenti in città dei familiari del boss detenuto, il cui fratello, Gaetano Marino, fu ucciso nell’agosto 2012 in un clamoroso raid di morte sulla spiaggia di Terracina. “Genny McKay”, pezzo da novanta del cartello Abete-Aprea-Abbinante, nel 2004 convinse gli “amici” del clan Amato-Pagano a dare vita alla spaccatura con il clan Di Lauro, dando vita alla sanguinosa faida nel quartiere a nord del capoluogo.

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