Sospensione mensa, colpa della burocrazia. Intanto, orari ridotti a scuola

di Antonio Arduino

 Aversa. Primo aprile scuole elementari senza servizio mensa ma non è un pesce d’aprile, è accaduto davvero e scoppia la polemica in città.

Con genitori infuriati e politici che lanciano accuse all’amministrazione ma la sospensione della mensa scolastica è solo colpa dei ritardi della burocrazia di cui la stazione unica appaltante sembra essere la massima espressione.

E’ questa la motivazione che arriva dagli uffici comunali alla mancata erogazione dei pasti distribuiti a tutti gli studenti della scuola dell’obbligo i cui responsabili, con una disposizione impartita a metà mattinata del 31 marzo, hanno informato i genitori della sospensione del servizio di mensa, sostituito per gli allievi della scuola elementare con una colazione portata da casa, per gli allievi della scuola materna dalla riduzione dell’orario, concluso alle ore 12 e 30.

“La protesta dei genitori è legittima perché ricevere questa informazione a metà mattinata avrebbe dato fastidio a chiunque ma non era possibile fare altrimenti” dicono dagli uffici comunali competenti.

“Come tanti sanno in attesa dell’aggiudicazione della nuova gara da parte della stazione appaltante che aveva a disposizione tutta la documentazione necessaria fin dal 12 dicembre 2012, l’amministrazione per garantire la refezione scolastica – ricordano dagli uffici comunali – secondo quanto stabilito da contratto ha prorogato il servizio fornito dalla Gemeaz, ditta vincitrice della vecchia gara, per sei mesi, vale a dire fino al 31 marzo”.

Non era possibile fare di più per gli amministratori cittadini che hanno sollecitato, come più volte ricordato dallo stesso sindaco, i responsabili della stazione unica appaltante affinché portassero a termine la gara in tempi rapidi. Considerando che la gara si è conclusa con la vittoria della stessa Gemeaz il 19 gennaio 2014 i sei mesi di proroga, che rappresentano il tempo massimo possibile per contratto, dovevano essere sufficienti a completare l’iter burocratico. Invece non sono bastati.

Ad oggi, 1 aprile, manca ancora una certificazione, cosa che rende impossibile sottoscrivere il contratto. “Se l’avessimo fatto – afferma il responsabile comunale del settore – saremmo incorsi in un illecito amministrativo”. “Di conseguenza – aggiunge – potendo arrivare la documentazione necessaria a firmare il contratto anche nell’ultimo giorno di proroga concesso alla Gemeaz è stato inevitabile informare i dirigenti scolastici della sospensione del servizio solo a metà mattina del 31 marzo”. Dunque, uno stop imposto dalla burocrazia che potrebbe essere limitato ad una sola giornata perché, magari, mentre scriviamo potrebbe essere arrivata la documentazione ed essere stato firmato il contratto con la conseguente ripresa del servizio.

Al momento, però, l’unica soluzione possibile, in attesa che questo avvenga, è dotare di merenda da casa i bambini delle elementari e ridurre l’orario per quelli della scuola d’infanzia dove per ragioni disposizioni interne non è possibile autorizzare i genitori a fornire i piccoli di cibo da consumare in classe. “Il motivo – spiega uno degli insegnati della materna – è legato alla presenza di bambini affetti da malattie che, su indicazione medica, obbligano ad una alimentazione particolare che viene garantita dalla ditta e dalla sorveglianza del personale scolastico, cosa che non sarebbe possibile con merende portate da casa”.

“Naturalmente – aggiunge, rispondendo a chi fa osservare che alle elementari i bambini hanno potuto portare cibo da casa – questo concetto dovrebbe essere valido anche per i bambini della scuola elementare”. “Però se i dirigenti ritengono di autorizzare il consumo di cibo che arriva da casa si assumono la responsabilità di quanto potrebbe accadere”, conclude, ricordando l’episodio avvenuto qualche tempo fa del ritrovamento di un proiettile in un succo di frutta portato da casa.

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