Carlo Palmieri, quando gli amici non dimenticano

di Livia Fattore

 Aversa. Gli amici non dimenticano Carlo Palmieri, il giovanissimo morto nella notte di giovedì mentre era alla guida di una Fiat Punto.

Per evitare di investire una moto scivolata sulla carreggiata, lo studente-lavoratore ha sterzato finendo, complice l’alta velocità, contro un palo della pubblica illuminazione con uno schianto che ne ha causato la morte dopo 24 ore di agonia. In attesa della fissazione della data delle esequie, subordinata all’effettuazione dell’esame autoptico, formalità necessaria in casi come questo, i suoi amici dell’istituto alberghiero “Rainulfo Drengot” e i colleghi e gli avventori del pub “Io, tu e boh”, dove Carlo lavorava, in via Seggio, cuore della movida, non lo dimenticano.

A scuola è tutto un fiorire di striscioni e di scritte murali, così come sul luogo della tragedia, dove sono stati accesi anche diversi ceri. Proprio in vista dei funerali, infine, presso l’istituto alcuni giovani hanno disegnato dei loghi che ricordano il loro compagno per metterli su delle magliette che saranno utilizzate quando Carlo intraprenderà il suo ultimo viaggio dalla parrocchia di San Giovanni Battista a Savignano sino al cimitero. Suggestivo, invece, il modo in cui ha inteso ricordare Carlo Palmieri il popolo della movida aversana di via Seggio.

Sabato notte una folla di giovani ha fatto salire in cielo decine di lanterne cinesi, che hanno illuminato per alcuni minuti la strada, accompagnando la loro ascesa con un lungo applauso. Sul versante delle indagini, il dirigente del locale commissariato Paolo Iodice esclude le voci che parlavano di una presunta gara in corso tra la moto in questione, con due amici a bordo, e la Fiat Punto di Carlo.

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