Recale, Vestini mette il catenaccio alla Protezione Civile

di Redazione

 Recale. Lo scorso 28 febbraio il coordinatore e i volontari della Protezione Civile di Recale hanno protocollato al Prefetto di Caserta e al sindaco Vestini la loro autosospensione dalle attività.

“L’insensibilità di questa amministrazione verso il gruppo della protezione civile indica la strada di non ritorno che questa amministrazione ha intrapreso – dichiarano alcuni volontari della Protezione Civile – Il nostro nucleo è un fiore all’occhiello della comunità, sia per l’efficienza che per le attività, passando per i corsi formazione e l’assistenza scolastica che ha sempre svolto fin dall’istituzione in modo eccellente. Non è un segreto che il gruppo si è anche auto sostenuto nei corsi di formazione svolti nel corso degli anni. A questa insensibilità non c’è dissesto che tenga”.

La Protezione Civile denuncia di essere stata abbandonata al proprio destinodopo che solo, grazie all’opera di filantropi e benefattori, era riuscita a mettere su una sede d’eccellenza e ora restare senza linea telefonica, internet, mancanza delle attrezzature basilari, vestiario, e un minimo di contributo per la formazione dei proprio volontari è davvero umiliante.

“La cosa che più di tutto ho tolta la dignità a questo gruppo – dichiara Sergio Palaia, noto professionista recalese e tra i più sensibili nel sostegno allo start up della Protezione Civile – è stata quella della negazione della storica sede di via Ugo Foscolo 3. Infatti, credo che sia una vera ingiustizia spostare la sede da un immobile che manutenuto e messo in ordine in economia grazie al contributo e la volontà del gruppo della protezione civile”.

Quello che emerge dalla lettura del documento e dalla testimonianza dei volontari è che il gruppo della Protezione Civile chiede il ripristino della sede immediatamente e il sostegno alle attività e non la fuga dalle responsabilità con un semplice e ingiusto cambio del coordinatore. “L’amministrazione – concludono dal gruppo – ha fisicamente inibito l’ingresso alla sede a chiunque con catenacci, come del resto si può notare dalle foto”.

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