Sottosegretari, bufera su nomina di Gentile. Bindi chiede revoca a Renzi

di Redazione

Antonio GentileRoma. La scelta dei sottosegretari del governo Renzi continua a far discutere. Nel mirino c’è soprattutto l’alfaniano Antonio Gentile, alle Infrastrutture, coinvolto nelle indagini relative alla mancata uscita, una decina di giorni fa, del giornale L’Ora della Calabria.

Mancata uscita che, secondo il direttore del quotidiano, era finalizzata ad impedire la pubblicazione di un’inchiesta sul figlio del senatore del Nuovo Centrodestra. Ma è polemica anche su Francesca Barracciu, alla Cultura: l’esponente del Pd, sebbene vittoriosa alla primarie in Sardegna, si era ritirata dalle competizione elettorale in quanto indagata per peculato per il caso delle “spese pazze” dei fondi ai gruppo regionali.

“Il sottosegretario Antonio Gentile non può certo rimanere al suo posto: quella sua intercettazione è inquietante e apre una pista di ricerca molto importante per la Commissione nazionale. Cioè l’intreccio tra poteri mafiosi e comunicazione”. Così Rosy Bindi, presidente dell’Antimafia, durante l’intervista di Maria Latella su Sky Tg24. La Bindi ha rivolto un appello al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno affinché revochino l’incarico del sottosegretario. E mentre Fabrizio Cicchitto parla di “polemiche destituite di fondamento”, sul caso – sempre a Skyinterviene anche Matteo Salvini: “Gentile non doveva neanche essere nominato”, spiega il segretario della Lega Nord.

Duro giudizio su Gentile anche da parte dei direttori dei principali quotidiani italiani , secondo cui l’esecutivo non può tollerare un sottosegretario come lui. La posizione emerge da un sondaggio de Il Fatto quotidiano che ha interpellato i direttori di Corriere della sera (Ferruccio De Bortoli), la Repubblica (Ezio Mauro, la Stampa (Mario Calabresi) il Sole 24 Ore (Roberto Napoletano) e del Tg di La7, Enrico Mentana. Tutti invitano il premier Renzi a rimuovere il sottosegretarioperché la sua presenza nell’esecutivo rappresenta uno schiaffo alla libertà di stampa. “Se quella nomina l’avesse fatta Berlusconi sarebbero insorti tutti” afferma, tra gli altri, De Bortoli.

In seguito alla presa di posizione della stampa nazionale è arrivata la replica dello stesso Gentile: “Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso nonè a conoscenza. La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali”.

Parla invece, in un’intervista al Corriere, Francesca Barracciu. “Il Pd è un partito garantista – dice -, il suo codice etico non esclude che ci si possa candidare in caso di avviso di garanzia. Neppure per rinvio a giudizio”. La Barracciu si sofferma sul ritiro dalle elezioni sarde perché: “Renzi non mi ha mai chiesto di rinunciare alla candidatura, quindi non c’è stata alcuna trattativa su una contropartita”. “L’ho fatto – spiega il sottosegretario – perché metà del Pd sardo mi diceva che ero indebolita politicamente e che questo avrebbe potuto causare una sconfitta”. “Matteo Renzi – continua Barracciu – mi ha riconosciuto responsabilità e generosità per questo”.

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