Riforma del Senato, via libera dal Consiglio dei Ministri

di Redazione

 Roma. Via libera dal Consiglio dei ministri, all’unanimità, al ddl costituzionale che riforma il Senato e il titolo V della Costituzione, riduce il numero dei parlamentari, sopprime il Cnel e le Province.

“Non mollo di mezzo centimetro e mi gioco tutto”, aveva detto prima del Cdm il premier Matteo Renzi nonostante le perplessità sollevate da diversi esponenti, a cominciare dal presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso, che è tornato a chiarire la sua posizione anche attraverso Facebook: “Qualcuno mi accusa di voler restare attaccato alla poltrona. – scrive – Ciò non solo non corrisponde al vero ma – puntualizza Grasso – è anche errato dal momento in cui le riforme che questo Parlamento dovra’ necessariamente approvare avranno valore dalla prossima legislatura, nella quale, certamente, non avrò lo stesso mandato di oggi”.

La nuova assemblea di Palazzo Madama si chiamerà Senato delle autonomie. Resta dunque il riferimento alla denominazione originaria, che in un primo tempo si era pensato di abolire, ma viene enfatizzato il ruolo degli enti locali.

Sono poi state definite le linee con cui sarà determinata la composizione: i senatori saranno 148, compresi i 21 tra senatori a vita e personalità nominate dal capo dello Stato. “Il numero di rappresentanti del Senato sarà uguale per ogni Regione – ha sottolineato il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi -, ma c’è disponibilità a discuterne, purché si mantenga il dimezzamento del numero dei membri”.

L’approvazione del ddl di riforma costituzionale in Cdm mostra “una classe politica che ha capito che è finito il tempo dei rinvii” ha affermato Matteo Renzi, che ha rivendicato: “E’ una grandissima svolta per la politica e le istituzioni”.

Il provvedimento dovrà essere varato “in prima lettura entro il 25 maggio” perché, “di fronte al crescere del populismo e del sentimento anti politica, se la politica fa il suo mestiere e cambia tutto è più semplice”. Renzi ha aggiunto che il Parlamento “migliorerà, valorizzerà” il testo del governo ma che restano quattro “paletti”: fra le competenze del nuovo Senato non ci dovranno essere il voto fiducia, il voto su bilancio, e restano capisaldi il no all’elezione diretta dei senatori e all’indennità per i senatori.

Questo piano delle riforme sarà anche “il piatto forte del Def”, ha aggiunto il presidente del Consiglio: “Non so se ci sarà lieto fine ma questo è un buon inizio, il segno di una classe politica che ha capito che è finito il tempo dei rinvii”.

Tra i punti centrali del provvedimento l’abolizione del Cnel che “è l’antipasto della semplificazione che arriverà per la Pubblica amministrazione “nelle prossime settimane” e “mai più eccesso di conflitti tra regioni e Stato, questo paese deve essere più semplice”.

Nel corso della conferenza stampa il premier ha ribadito i prossimi step del suo governo. “Entro fine aprile” saranno affrontati i temi di fisco, Pa, innovazione e riorganizzazione dello Stato. “A Pasqua – invece – arriverà il dl per gli 80 euro in busta paga” per i meno abbienti”.

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