Province, via libera del Senato. Il testo torna alla Camera

di Redazione

 Roma. Il Senato ha votato la fiducia sul disegno di legge che toglie poteri alle province e ne abolisce l’elezione diretta, dopo le tensioni nella maggioranza (in Commissione il governo era stato battuto due volte).

I voti a favore sono stati 160, i contrari 133, 3 gli astenuti su 296 presenti. Il provvedimento dovrà tornare alla Camera per il via libera definitivo dal momento che il maxiemendamento approvato contiene le modifiche inserite in commissione.

“Oggi giornata importante per le Province”, aveva twittato in mattinata Renzi, prima che il Consiglio dei ministri si riunisse d’urgenza per autorizzare la sua prima richiesta di fiducia al Palazzo Madama, dove la maggioranza è più esigua che alla Camera. “E’ il momento di dare un messaggio forte, chiaro e netto: 3.000 posti in meno ai politici è la premessa per tornare a dare speranza e fiducia ai cittadini”, ha detto più tardi il premier in vista al comune calabrese di Scalea, stimando in 160 milioni di euro il risparmio sul personale politico e in altri 600-700 milioni quello dell’accorpamento delle funzioni provinciali in altri enti.

Secondo le nuove norme, le province perdono quasi tutte le competenze operative a beneficio delle nuove città metropolitane e delle unioni di comuni e, soprattutto, i relativi organi saranno eletti soltanto dai sindaci e consiglieri comunali del relativo territorio tra di loro. Anche gli organismi delle città metropolitane e delle unioni di comuni saranno composte da sindaci senza ulteriori spese, dice il ddl. L’obiettivo di Renzi è quello di far approvare la legge in tempi rapidissimi, per evitare che all’election day del 25 maggio – rinnovo del Parlamento europeo e delle giunte di diversi comuni – si voti anche per le province (in palio ce ne sarebbero oltre 50).

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