Napoli, agguato ai Colli Aminei: tre fermi. Il movente è passionale

di Redazione

 Napoli. Tre persone sono state fermate per l’omicidio di Domenico Raffone, 33 anni, avvenuto nella tarda serata di sabato, in un parco residenziale dei Colli Aminei, a Napoli.

Nell’agguato era rimasto ferito anche il suocero, Mario Lo Russo, 57 anni, esponente di rilievo dell’omonimo clan. I fermati sarebbero Luciano Pompeo, Valerio Nappello e Fabio Cardillo. Si tratta di un’operazione congiunta di polizia, carabinieri e guardia di finanza coordinata dai pm Enrica Parascandolo e Henry John Woodcock. Il motivo dell’agguato, secondo gli sviluppi dell’inchiesta, sarebbe di tipo passionale.

Raffone, genero di Lo Russo, era stato raggiunto e ucciso da alcunisicari a colpi di pistola calibro 9×21. Mario Lo Russo, fratello di Salvatore Lo Russo, boss dell’omonimo clan attualmente detenuto e collaboratore di giustizia, era riuscito a sfuggire ai killer, giunti a bordo di una Fiat Panda rapinata un’ora prima dell’agguato. Alla guida della vettura, e con ferite d’arma da fuoco alla spalla, Mario Lo Russo era riuscito a giungere nell’ospedale “Cardarelli” dove i medici lo sottoponevano intervento chirurgico.

Il movente sarebbe legatoad una donna contesa. Mario Lo Russo, infatti, sembra avese una relazione con la cognata di uno dei tre fermati, Fabio Cardillo, 32 anni. Quest’ultimo, quindi, avrebbe decisodi vendicare l’onore del fratello Antonio, marito della donna, attualmente detenuto. Bersaglio dell’agguatoera Lo Russo, ma a rimetterci la vita è stato Raffone.

La ritorsionescattava immediatamente.Valerio Nappello e Luciano Pompeo, gli altri due fermati, appena saputo dell’agguato,si recavano sottocasa di Giovanni Lista, il cognato di Cardillo. Appena sceso per incontrare i due, che conosceva e sui quali non sospettava nulla, veniva accoltellato. Insieme a Nappello e Pompeo c’erano altre due persone, attualmente ricercate.

Nella stessa serata, poco prima, ad Afragola, veniva ucciso Gennaro Caliendo, 36 anni. Detenuto in semilibertà al carcere di Secondigliano, dove in quel momento era diretto per il rientro, è stato affiancato da una moto con in sella due sicari che gli hanno esploso contro diversi colpi d’arma da fuoco.

Anche quest’ultimo episodio potrebbe rientrare nell’ambito della faida in atto nell’area a nord di Napoli che di recente ha visto una lunga scia di agguati, l’ultimo in un centro estetico di Arzano, che ha visto tra le vittime anche un giovane innocente, oltre al filone di vittime sparate e date alle fiamme in autovetture.

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