Madia: “Prepensionamenti nella P.A. per far lavorare i giovani”

di Redazione

Marianna MadiaRoma. Ha parlato di lavoro per i giovani, togliendolo a chi può già godere della pensione.

È il segnale di rilancio che ha dato il ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, che è intervenuta in Campidoglio nella seconda riunione della cabina di regia voluta dal sindaco di Roma Ignazio Marino, per discutere del decreto “Salva Roma” e del bilancio 2014.Il ministro ha infatti accettato l’invito del primo cittadino per affrontare il tema della mobilità interaziendale tra i dipendenti comunali, in particolare quelli delle società partecipate del Comune.

Una proposta, quella della Madia, che pare fare posto ai giovani, alla forza nuova che da tempo vuole entrare nella pubblica amministrazione. Il ministro, che ha precedentemente espresso il suo positivismo per l’approvazione del bilancio 2014 di Roma e il conseguente salvataggio della capitale, ha, poi, partecipato al convegno “I manager pubblici che vogliamo”, eparlando di un eventuale confronto con le categorie del pubblico impiego sulla riforma dello Stato, ha specificato che “Non è detto che ci saranno dei tavoli, perchè abbiamo tempi molto stretti. Non lo so, può anche darsi, ma non per forza. Abbiamo chiesto ai sindacati proposte oltre il piano Cottarelli”. Una dichiarazione questa che riaccendo lo scontro tra governo e parti sociali. Il principio di fondo che muove la politica renziana e dei suoi collaboratori è che non c’è tempo per le trattative. Insomma, il governo del fare si metto in moto, baipassando gli intermediari sociali.

La squadra di Renzi sembra voler agire in maniera differente rispetto al passato: evitare cioè di vedere le organizzazioni sindacali una per una, perché l’obiettivo è che tutto avvenga “nel modo più rapido ed efficiente possibile”. Quindi, sì alle proposte sulla spending review: “Abbiamo chiesto ai sindacati proposte oltre il piano Cottarelli”, ha aggiunto la Madia. E sì pure all’aiuto dei confederali per “mettere risorse sull’entrata di nuove energie, di ragazzi e ragazze che da troppo tempo non riescono ad entrate in modo sano nella Pubblica Amministrazione”. Concludendo, Madia si augura “che i sindacati siano i primi a collaborare con noi”.

Ma, sembra di capire, senza perdere tempo ed energie da dedicare alle priorità del Paese.Nel chiarimento offerto dal ministro, pare evidente la rassicurazione per gli 85mila che dovrebbero uscire dagli uffici pubblici, parlando in proposito di prepensionamenti: “L’idea sarà quella di provare ad avere delle uscite anche con dei prepensionamenti -ha continuato il ministro- ma, tutto questo, per reimmettere energie nella P.a. quindi aiutare i giovani a entrarvi”.

La riforma della Pa va di pari passo con quella degli stipendi dei dirigenti pubblici, il cui taglio dovrà servire proprio a finanziare il turn over nella Pa: “Ho firmato oggi una circolare – ha detto il ministro – chiarendo che vanno cumulati tutti i trattamenti pensionistici, compresi i vitalizi” nel tetto attuale, equivalente all’emolumento del presidente della Corte di Cassazione. La circolare si applica solo alla Pa e alle società incluse negli elenchi Istat. “Servono regole per non eccedere”, ha sottolineato Madia, ribadendo che il governo presenterà una proposta su questo e “non è detto che proporrà un tetto” di 300mila euro. Madia ha segnalato che “ci sono problemi oggettivi sulle quotate” e che “si può ragionare su una parte fissa e una variabile”.

Immediata la reazione dei sindacati alle parole del ministro: “Se la ministra Marianna Madia vuole cambiare verso rispetto agli anni bui della controriforma Brunetta, siamo disponibili a dargli una mano – dice Rossana Dettori, segretaria generale della Fp-Cgil Nazionale – Ma non ci dica che non c’è tempo per confrontarsi sulla riforma della pubblica amministrazione. È una posizione paternalistica che stride con la sua giovane età. Per altro una posizione fortemente sbagliata”. Intanto, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti mette in guardia da facili ottimismi sulla ripresa: “Il 2014 – ha detto – sarà ancora un anno di grande sofferenza, la dinamica dell’occupazione continuerà a essere molto pesante, è la coda della crisi”.

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