“Infrastrutture lombarde”, otto arresti. Bufera alla Regione

di Redazione

 Milano. Un’altra bufera si abbatte sulla Regione Lombardia, stavolta sul suo braccio operativo, la “Infrastrutture lombarde”, che cura gli 11 miliardi di previsti investimenti pubblici, in vista di Expo 2015.

La Guardia di Finanza, nel pomeriggio di giovedì, ha arrestato Antonio Giulio Rognoni, direttore generale (dimissionario, ma ancora in carica) della società, insieme a Pierpaolo Perez, capo ufficio gare e appalti, insieme a quattro avvocati, un dirigente e un ingegnere. Le ordinanze cautelari, disposte dal gip Andrea Ghinetti, riguardano l’indagine condotta dai pm milanesi Antonio D’Alessio, Paola Pirotta e Alfredo Robledo.

Le accuse sarebbero legale a illeciti negli affidamenti esterni, dal 2008 ad oggi, di incarichi nei due settori dell’area consulenza legale e dei controlli degli appalti, per alcuni milioni di euro. Rognoni è indagato anche in una indagine in cui si ipotizza il reato di turbativa d’asta in relazione ad un appalto Expo.

Nominato nel 2004 dalla precedente amministrazione presieduta da Roberto Formigoni, Rognoni aveva presentato le dimissioni dalla carica di direttore generale il 17 gennaio scorso. La Regione non ha ancora nominato il suo successore in attesa – si spiega da Palazzo Lombardia – che siano concluse le procedure burocratiche avviate con le sue dimissioni.

Nei mesi scorsi, la gestione di Infrastrutture lombarde, controllata della Regione nata nel 2003 per realizzare nuove infrastrutture (ospedali, scuole, ma anche Palazzo Lombardia), era finita nel mirino per alcune spese definite inopportune da alcune indagini interne.

Sembra, tra l’altro, che sia questa l’indagine che uno dei pm inquirenti, Robledo, in un esposto al procuratore capo, aveva indicato come “potenzialmente danneggiata” a causa del mancato coordinamento con un’altra indagine condotta dalla Direzione distrettuale antimafia.

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