Il ministro Galletti: “La camorra mi fa schifo”

di Antonio Taglialatela

 Napoli. Un altro ministro dell’Ambiente, l’ennesimo che arriva tra le province di Napoli e Caserta, nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”.

Anche stavolta per ascoltare i cittadini e promettere interventi. Anche stavolta nella parrocchia del Parco Verde di Caivano (Napoli), quella di don Maurizio Patriciello, tra i promotori della lotta agli sversamenti abusivi e ai roghi tossici sul territorio. Un “ritornello” sul quale alcuni attivisti, nel pomeriggio di giovedì, in attesa dell’arrivo del ministro Gianluca Galletti, hanno ironizzato portando un cavalluccio rosso, a rievocare la scena del film di De Crescenzo “Così parlò Bellavista”, nella quale Riccardo Pazzaglia, ad ogni persona che sopraggiungeva chiedendo “Scusate, che è successo?”, era costretto a spiegare di nuovo l’accaduto.

C’è da dire, però, che, rispetto ai suoi predecessori, Galletti, almeno a parole, si è dimostrato molto concreto e determinato. “Lo dico chiaramente, a me la camorra fa schifo, e farò di tutto per combatterla”, è stato il suo esordio, raccogliendo il consenso dei presenti, così come quando ha sottolineato che la responsabilità del fenomeno dell’inquinamento, dello “stupro”, per usare un suo termine, di quei territori non è solo della Campania ma va “dal nord al sud, e nessuno se ne può tirare fuori, è un problema nazionale”.

Meno consensi ha riscosso quando ha detto che, in virtù del fatto che “ognuno deve fare la sua parte”, lui rispetterà le decisioni degli Enti locali, a partire dalla Regione, con l’impegno di supervisionarle. E qualcuno dal pubblico ha sbottato: “Le decisioni della Regione? Allora siamo rovinati!”.

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Commentando le conseguenze dell’inchiesta giudiziaria sul progetto Sistri e sul contratto con Finmeccanica, il ministro ha detto che “la tracciabilità dei rifiuti pericolosi è necessaria e indispensabile, quindi non verrà meno”. Galletti ha spiegato che il Sistri “nella sua sostanza proseguirà, poi i metodi con il quale si applicherà li vedremo nel corso dello svolgimento delle indagini, perchè se l’indagine dovesse portare a conclusioni diverse e quel contratto non sarà più valido dovremo trovare soluzioni alternative sempre nel rispetto dei tempi e degli obiettivi del progetto”.

“Il sistema del Sistri è del 2004 e su questo bisogna riflettere, perché una tecnologia vecchia di dieci anni può causare perdite di denaro e maggiore burocrazia”, ha osservato Galletti. “Questo però – ha aggiunto – non deve far venire meno il principio che la tracciabilità dei rifiuti è essenziale, perché non vorrei che per rivedere quel contratto perdessimo altri dieci anni, questo non ce lo possiamo permettere. La tracciabilità resta un progetto prioritario e vedremo di attuarlo nel più breve tempo possibile e con le migliori tecnologie possibili”. Infine, Galletti ha garantito che “l’iter in Parlamento sugli ecoreati dovrà concludersi al più presto”.

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