Caso Moro, inquirenti sentiranno ex ispettore su via Fani

di Mena Grimaldi

 Roma. L’ispettore di polizia in pensione che ha riferito all’Ansa l’esito di una sua inchiesta in base al quale ci sarebbero stati due esponenti dei servizi a bordo della moto Honda notata in via Fani durante il sequestro di Aldo Moro, verrà ascoltato presto dai pm romani.

L’ispettore, Enrico Rossi, sarà dunque convocato presto a piazzale Clodio per essere sentito nell’ambito degli accertamenti ancora in corso sui fatti del 16 marzo 1978.

Dopo le rivelazioni di Rossi, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Luca Palamara, titolari dell’ultima inchiesta sul caso Moro aperta lo scorso anno sulla base di un esposto dell’ex giudice istruttore Ferdinando Imposimato, riesaminerà il fascicolo arrivato da Torino ed il primo atto sarà proprio l’audizione dell’ex ispettore.

Secondo quanto si è appreso gli inquirenti di piazzale Clodio erano a conoscenza dall’estate del 2012 dei fatti descritti dall’ex ispettore. Il fatto che molte delle ipotesi erano connesse ad uno scritto anonimo era – si sottolinea – uno dei motivi per cui si è proceduto con difficoltà.

Rossi ha raccontato che secondo colui che inviò la lettera anonima – che si qualificava come uno dei due sulla moto – gli agenti avevano il compito di “proteggere le Br da disturbi di qualsiasi genere. Dipendevano dal colonnello del Sismi Camillo Guglielmi che era in via Fani la mattina del 16 marzo 1978”.

Quella sorta di lettera era stata mandata alla procura di Torino nel 2010 e da questa, dopo una serie di accertamenti, girato ai colleghi romani per competenza. Le indagini svolte nel capoluogo piemontese, secondo quanto si è appreso, non avrebbero sortito particolari effetti.

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