“La mossa del pinguino”: Claudio Amendola debutta alla regia

di Emma Zampella

 Un cast di attori simili a lui ha reso il debutto alla regia molto più semplice. Sarà stata complice anche la sua passione per lo sport, ma pare che per Claudio Amendola, questa prima prova dietro la macchina da presa sia stata davvero molto produttiva.

“La mossa del pinguino”, che annovera nel cast Edoardo Leo, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari, Francesca Inaudi e Damiano de Laurentiis, arriva al cinema il 6 marzo con 200 copie distribuite da Videa. L’intero film è stato prodotto da Dap Italy di De Angelis Group. E porta in scena uno sport praticato in Italia da 1200 persone in tutto. “Oggi il calcio non mi interessa più – dice Amendola un po’ a sorpresa, lui, accanito tifoso romanista – non lo riconosco, non mi piace quel che è diventato”.

E allora ecco che il nuovo interesse per il neo attore è il curling, uno sport, che complice un intero film, è capace di raccontare un sogno. Quello rincorso da quattro romani un pò sfigati che, per caso, scoprono il gioco del curling e decidono, si convincono di esserne in grado, di partecipare alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (il curling esordì proprio quell’anno, a Torino, a livello olimpico) dove l’Italia, paese ospitante, avrà di diritto una squadra qualificata. Tanto fanno che alla fine diventano campioni italiani, acquisiscono il diritto di partecipare ai Giochi ma è una conquista che passa attraverso allenamenti improbabili, provocazioni nei confronti degli avversari, scappatoie per aggirare le regole. Ma le Olimpiadi sono un’altra cosa. E per affrontare un impegno di quella portata bisogna anche imparare a essere uomini migliori, bisogna scoprire il valore della solidarietà, del fair play, qualche volta anche il peso dell’amarezza e della sconfitta.

Amendola per il suo film sceglie di cimentarsi con una commedia, genere cinematografico che da sempre lo ha visto protagonista: “Avevo delle idee ma mi morivano sempre in mano e quando Edoardo Leo (coature della sceneggiatura con Amendola,ndr) mi ha parlato della storia, me ne sono innamorato: era un’occasione unica”. Leo è il vero motore dell’avventura di questa tragicomica armata Brancaleone: nel film è Bruno, semidisoccupato con moglie e figlio a carico, alla disperata ricerca di un momento di gloria. Quanto al debutto alla regia, “questi trentatré anni davanti alla macchina da presa sono stati quasi un tirocinio per arrivare a questo momento – dice Amendola – è stata un’esperienza enorme e bellissima soprattutto nel rapporto con gli attori e la troupe. In tutti i personaggi c’è molto di me, c’è l’importanza dei rapporti d’amicizia, dei rapporti umani, oggi nessuno si ‘tocca’ più, nessuno si saluta invece per me i rapporti umani sono fondamentali”.

Nel film, però, Amendola ha deciso di non comparire, “non ho voluto perché non mi sentivo giusto per nessuno dei ruoli, erano perfetti per loro, non avrei mai sottratto una parte a uno dei miei attori per farla io. Non so nemmeno se sarei in grado di dirigermi…”.

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