Tecnico italiano rapito in Libia: è diabetico

di Stefania Arpaia

 Tripoli. E’ alta la preoccupazione per Gianluca Salviato, il tecnico italiano rapito in Libia. L’uomo, 48 anni, lavora per una ditta di costruzioni, la “Enrico Ravanelli”, presente da anni nella regione.

Il rapimento è avvenuto a Tobruk, in Cirenaica, nella parte orientale della Libia. L’auto del tecnico è stata rinvenuta con le chiavi inserite nel cruscotto. Ma l’elemento che desta più preoccupazione è stato il ritrovamento delle medicine e dell’insulina, fondamentali per la salute di Gianluca, che soffre di diabete.

Secondo le autorità locali, l’uomo sarebbe stato rapito a scopo di estorsione, ma ancora non è pervenuta alcuna richiesta di riscatto. La ditta per cui Gianluca lavora, aveva ottenuto nel 2012 un appalto da 130 milioni di euro per la ricostruzione degli impianti idrici e fognari di Tobruk.

Salviato, originario di Martellago in provincia di Venezia, non riusciva a trovare occupazione in Italia e aveva deciso di andare a lavorare all’estero. Un’amica di famiglia ha spiegato: “E’ un uomo normale, come tutti gli altri, che aveva scelto la Libia anche per garantire una sussistenza alla famiglia, visto che la moglie era rimasta senza lavoro”. La notizia del rapimento è stata diffusa anche dai media libici, radio e siti internet. Nel mese di gennaio altri due tecnici italiani erano stati rapiti a Motouba, poi liberati lo scorso 7 febbraio.

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