Sochi: atleti protestano contro invasione russa

di Stefania Arpaia

 Mosca. Nella giornata finale delle paralimpiadi di Sochi, forme di protesta vengono espresse dagli atleti ucraini.

In segno di solidarietà nei confronti del proprio Paese e per la delicata situazione in cui avversano i rapporti tra Russia e Ucraina, i paralimpici ucraini hanno deciso di manifestare pubblicamente il loro segno di protesta: coprire le medaglie ricevute. Con le mani davanti al petto, lo sguardo fiero e le medaglie coperte, così hanno simboleggiato la loro opposizione all’invasione russa in Crimea. Alcuni atleti avevano già in precedenza deciso di abbandonare le Olimpiadi invernali per le violenze e i morti negli scontri a Kiev.

Mark Adams, portavoce del comitato olimpico, aveva dichiarato a fine febbario: “Alcuni di loro hanno deciso di ritornare a casa”. Bogdana Matsotska, sciatrice ucraina, diffuse su Facebook l’intenzione di non rappresentare più il proprio Paese come forma di protesta contro Ianukovich e come solidarietà verso i manifestanti di Kiev. “Mi rifiuto di gareggiare ancora” dichiarò la Matsotska.

Intant,o l’Unione Europea e gli Stati Uniti stanno studiando le possibili sanzioni da attuare, in modo da colpire l’economia del Cremlino e bloccare l’azione di Putin. Vitale per l’economia russa è l’export di gas, le cui forniture rappresentano per l’Ue il 30% della copertura totale.

Tra le sanzioni ipotizzate: bloccare i conti e le proprietà degli oligarchi legati alla politica di Putin; diminuire la concessione dei visti, negando contatti d’affari e viaggi per shopping; limitare il commercio chimico e farmaceutico; diminuire la fornitura di macchinari industriali europei e l’assistenza tecnica e la manutenzione per l’aviazione civile.

Sanzioni che potrebbero limitare fortemente l’economia della Russia, ma che d’altro canto potrebbero provocare gravi conseguenze sociali ed economiche anche per l’Europa. Nel frattempo sono migliaia gli elettori che stanno votando, a Sebastopoli, per il referendum sull’adesione della Crimea alla Russia. “Tregua fino al 21 marzo”, ha dichiarato il ministro della difesa ucraino, Igor Teniukh.

La tregua tra territorio ucraino e russo è prevista fino al giorno in cui la Duma russa, assemblea legislativa dell’impero, esaminerà la legge per l’annessione di terre straniere e della firma della parte politica dell’accordo di associazione Kiev-Ue. Putin alla Merkel: “Mosca rispetterà la scelta degli abitanti della Crimea, la cui volontà viene espressa nel pieno rispetto delle norme del diritto internazionale”.

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