Malesia, aereo scomparso: la Cia non esclude terrorismo

di Redazione

 Washington. La pista del terrorismo non può essere esclusa nella scomparsa dell’aereo in volo da Kuala Lumpur a Pechino.

Lo afferma la Cia. E’ il direttore della Cia in persona, John Brennan, a non escludere la pista terroristica per l’aereo malese scomparso. Poco prima il capo dell’Interpol, l’agenzia di polizia internazionale, aveva detto di non ritenere che la scomparsa dell’aereo delle Malaysia Airlines sia stata causata da un attentato terroristico.

“Piu’ raccogliamo informazioni, e piu’ siamo inclini a concludere che non si sia trattato di un’azione terroristica”, ha detto il segretario generale dell’Interpol, Ronald Noble.

Noble ha aggiunto che i due iraniani con passaporti rubati entrarono in possesso dei due documenti a Kuala Lumpur e hanno poi utilizzato i passaporti rubati dell’italiano, Luigi Maraldi, e dell’austriaco, Christian Kozel, per salire sull’aereo di cui adesso si sono perse le tracce. Diminuiscono le possibilita’ che a fare scomparire dai radar il volo MH370 della Malaysia Airlines nella notte tra venerdi’ e sabato scorsi possa essere stato un atto di terrorismo.

A quasi quattro giorni dalla scomparsa del jet malese, gli inquirenti, che stanno lavorando agli accertamenti del caso, hanno formulato quattro ipotesi, durante l’ultima conferenza stampa: sequestro, sabotaggio, problemi psicologici di uno o piu’ passeggeri e problemi personali di uno o più passeggeri o membri dell’equipaggio sono al momento le piste piu’ battute.

Stessa conclusione arriva da Parigi, doveè in corso la conferenza stampa dell’Interpol. “Piu’ informazioni abbiamo – ha spiegato il segretario generale Ronald K. Noble – piu’ siamo inclini a ritenere che non si sia trattato di un attentato terroristico”.

Sarebbero cinque, secondo gli ultimi riscontri, i passaporti sospetti: oltre ai due passaporti rubati in Thailandia all’italiano Luigi Maraldi e all’austriaco Christian Kozel, ce ne sarebbero altri tre. Domenica scorsa la polizia della provincia cinese del Fujian, nel sud-est del Paese, aveva identificato un uomo, di cui non veniva svelato il nome, il cui numero di passaporto era inserito tra quelli della lista di imbarco. L’uomo si trovava regolarmente a casa sua e ha dichiarato di non avere mai subito il furto del passaporto, ne’ di averlo smarrito.

Intanto, secondo quanto rivelato da una fonte militare di Kuala Lumpur all’agenzia Reuters, l’esercito malese avrebbe rivelato una traccia dell’aereo disperso nei pressi dello stretto della Malacca, molto lontano dall’ultimo segnale radar rilevato dalle autorita’ dell’aviazione civile vietnamita nella notte tra venerdi’ e sabato scorsi. In base all’ultimo contatto radar rilevato, l’aereo avrebbe dovuto trovarsi al largo delle coste meridionali vietnamite. Nelle ultime ore le ricerche del jet 777 200 ER della compagnia di bandiera malese erano state allargate.

Le autorita’ della Malaysia Airlines hanno fatto sapere che erano state prese in considerazione anche le aree meridionali del Paese fino allo stretto della Malacca, e il versante occidentale della Malaysia, per sondare la possibilita’ che l’aereo fosse magari diretto a un altro aeroporto invece che a quello di Pechino, dove avrebbe dovuto atterrare alle 6.30 di sabato mattina.

L’Interpol ha contribuito a svelare anche le identita’ dei due passeggeri che erano saliti a bordo con i passaporti rubati. Si tratta di due cittadini iraniani, come emerso ieri anche da un report della Bbc. Il servizio in persiano dell’emittente britannica conferma che i biglietti comprati con i passaporti rubati sono stati acquistati da un cittadino iraniano: si tratterebbe di un amico di uno dei passeggeri che ha detto di avere ospitato i passeggeri a Kuala Lumpur, alcuni giorni prima della partenza del volo MH370.

Gli uomini avrebbero comprato passaporti falsi per trasferirsi in Europa, e avrebbero solo cercato di prendere il volo piu’ economico, comprato, secondo quanto scriveva il Financial Times, presso un’agenzia di Pattaya, in Thailandia. I biglietti sarebbero stati acquistati attraverso un intermediario iraniano, di nome Ali.

Gli inquirenti di Kuala Lumpur hanno diffuso le immagini dei due passeggeri che viaggiavano con passaporti rubati. Uno di loro ha 19 anni e stava cercando asilo politico in Europa.

Il nome dell’uomoè Pouria Nur Mohammad Mahrdad, la cui madre lo stava aspettando all’aeroporto di Francoforte ed era a conoscenza del fatto che il figlio stava viaggiando con un passaporto rubato. Assieme a un altro uomo di 30 anni, di nome Delavar Seyed Mohammad Madreza era arrivato a Kuala Lumpur da Doha alcuni giorni prima, secondo i riscontri dell’Interpol presentati oggi, in conferenza stampa a Parigi. Quest’ultimo, dalle immagini delle telecamere, avrebbe un profilo in qualche modo assimilabile nel look a quello dell’italiano Luigi Maraldi – oggi a Phuket – che aveva denunciato il furto del suo passaporto in Thailandia lo scorso anno.

Nessuna somiglianza, invece, tra il 19enne e il campione del Milan, Mario Balotelli, come suggerito ieri dagli inquirenti. L’affermazione ha dato luogo a una gaffe, a cui le autorita’ della Malaysia hanno cercato di porre rimedio oggi, con un comunicato del Ministero dei Trasporti, che ha fatto sapere che il paragone non conteneva alcun risentimento nei confronti del giocatore italiano nato da genitori ghanesi. Il contributo alle ricerche del governo di Pechino si e’ esteso a dieci satelliti ad alta risoluzione provenienti dal Centro di Controllo di Xian, nella Cina centrale. Gli apparecchi sono stati messi a disposizione per localizzare il volo scomparso, e saranno usati per la navigazione, il monitoraggio meteo, le comunicazioni e altri aspetti riguardanti le operazioni i ricerca e salvataggio, ha spiegato l’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

Da giorni, Pechino ripete alle autorita’ della Malaysia di accelerare le operazioni di soccorso e non lasciare alcuna ipotesi intentata, anche se a quasi quattro giorni dalla scomparsa del volo MH370 partito dall’aeroporto di Kuala Lumpur e diretto nella capitale cinese, le speranze di ritrovare le vittime son al minimo. Nelle scorse ore sono giunti a Kuala Lumpur alcuni membri delle famiglie dei passeggeri che erano a bordo dell’aereo della Malaysia Airlines, dopo che l’ambasciata malese di Pechino ha fornito visti di viaggio ai parenti delle vittime che avevano preso la decisione di seguire i soccorsi sul posto.

La scomparsa del volo MH370 ha riaperto gli interrogativi sulla sicurezza negli aeroporti e sui voli aerei a livello mondiale. Secondo l’Interpol quattro su dieci passeggeri che viaggiano in aereo potrebbero essere in possesso di un passaporto rubato. E i furti dei passaporti dei due europei, avvenuti in Thailandia, ha sollevato polemiche nelle ultime ore sul ruolo del Paese del sud-est asiatico come meta per ottenere documenti falsi che possono essere riutilizzati anche dalle organizzazioni criminali, come dichiarato da una fonte dell’intelligence di Bangkok alla France Press nelle scorse ore. Proprio le forze di polizia thailandesi sono state, pero’, tra le prime ad avanzare dubbi sul fatto che i due uomini con passaporti europei a bordo del volo MH370 potessero essere terroristi.

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