Beirut, aereo torna indietro per imbarcare figlio del ministro

di Stefania Arpaia

 Beirut. Non fa in tempo ad imbarcarsi e l’aereo torna indietro a prenderlo. Una storia incredibile quella avvenuta a Beirut, dove a causa di un passeggero ritardatario l’aereo della Middle East Airlines, già decollato, ha dovuto fare “dietro front”.

Non è accaduto ad un passeggero qualunque ma a Mahdi al-Amiri, figlio del ministro Hadi al-Amiri, ex capo della milizia sciita Badr, oggi partito politico. Al-Amiri non si era presentato all’imbarco e dopo 6 minuti di attesa era stato dato al comandante del velivolo il via per la partenza.

Poco dopo il decollo, però, il ritardatario, in compagnia di un amico, è arrivato all’aeroporto e alla notizia della partenza dell’aereo è andato su tutte le ferie. Ha così deciso di recarsi agli uffici della Mea replicando che avrebbe personalmente “impedito al volo di atterrare a Baghdad”, ordinando allo scalo iracheno di farlo tornare indietro. Dopo appena 21 minuti dalla partenza, è stata la stessa compagnia aerea che ha deciso di far tornare indietro il mezzo, per evitare spiacevoli situazioni nei cieli del Medio Oriente.

È stato il presidente della Mea, Marwan Salha, ad ordinare al comandante di tornare sui suoi passi ed accogliere Mahdi. Nonostante ciò la vicenda è stata denunciata come “episodio di puro nepotismo”, tenendo presente che Hadi al-Amiri è alleato politico del premier iracheno ma soprattutto ministro dei Trasporti di Baghdad, ed è dalla sua persona che dipendono gli scali aerei.

La notizia ha avuto immediatamente una grande diffusione sul web e sui social network dove il comportamento degli al-Amiri è stato paragonato a quello di Saddam Hussein e il figlio Uday. La versione del ministro però è differente da quella di Salha. Ha dichiarato che il volo libanese era in arrivo a Baghdad “in un momento nel quale avevamo chiuso lo scalo per motivi organizzativi e di pulizia e dunque gli abbiamo chiesto di posticipare l’atterraggio”. Giustificazione non del tutto convincente dato che tra tutti i 30 voli diretti a Baghdad, l’unico costretto a tornare indietro è stato proprio quello partito da Beirut.

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